Sui banchi sono arrivate con oltre un mese di anticipo le primizie per effetto di un inverno anomalo segnato da temperature bollenti che hanno mandato in tilt le colture lungo tutta la Penisola con la raccolta delle fave nel Lazio avviata molto prima del tradizionale appuntamento del primo maggio, ma anche l’arrivo delle fragole in Puglia e dei primi asparagi in Veneto.
E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica sugli effetti concreti dei cambiamenti climatici in un inverno che ha fatto registrare fino ad ora nel Vecchio Continente temperature di 3,1 gradi superiori la media di riferimento (1981 -2010). sulla base dei dati del Copernicus Climate Change Service relativi ai mesi di dicembre e gennaio.
Il caldo fuori stagione – sottolinea la Coldiretti – ha stravolto completamente i normali cicli colturali e di conseguenza anche le offerte stagionali presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno. Per non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy è importante tuttavia verificare sempre l’origine nazionale in etichetta che – precisa la Coldiretti – è obbligatoria per la frutta e verdura e privilegiare gli acquisti direttamente dagli agricoltori nelle aziende o nei mercati di campagna Amica dove i prodotti sono anche piu’ freschi e durano di piu’.
Se nei banchi del mercato di Campagna Amica di Roma gli agricoltori offrono anche agretti, carciofi romaneschi, erbe spontanee come il papavero e le fave che sono già presenti anche in Puglia insieme alle fragole arrivate prima di alcune settimane e già pronte al consumo, mentre in Veneto ci sono addirittura già le chiocciole risvegliate in netto anticipo dal letargo insieme ai primi asparagi.
La natura è in tilt e a macchia di leopardo lungo la Penisola dove – riferisce la Coldiretti – si sono verificate fioriture anticipate delle mimose in Liguria e dei mandorli in Sicilia e Sardegna dove iniziano a sbocciare le piante da frutto, ma in Abruzzo sono in fase di risveglio, con un anticipo di circa un mese, gli alberi di susine, pesche mentre gli albicocchi in Emilia e in Puglia hanno già le gemme. Un clima pazzo che non aiuta certamente la programmazione colturale in campagna ma espone le piante anche al rischio di gelate nel caso di brusco abbassamento delle temperature con conseguente perdita delle produzioni e del lavoro di un intero anno.
Se la lunga assenza di piogge e le temperature insolitamente miti di questo strano inverno ha appena portato la Protezione civile dell’Emilia-Romagna a segnalare il pericolo di incendi boschivi per il restante mese di febbraio, al Sud si fanno i conti con l’allarme siccità in campagna e si riscoprono addirittura le messe con preghiere propiziatoria come quella che si è svolta nella Chiesa Madre San Nicola di Bari a Gibellina in provincia di Trapani in Sicilia dove in vaste aree dell’isola i campi sono aridi e i semi non riescono neanche a germinare ma la mancanza di acqua ed il vento minaccia anche le lenticchie di Ustica e problemi nella zona del ragusano ci sono nei pascoli per l’erba è secca e si temono speculazioni sul prezzo del fieno per alimentare gli animali. In Basso Molise – spiega la Coldiretti – i terreni secchi seminati a cereali rischiano di non far germogliare ed irrobustire a dovere le piantine ma difficoltà riguardano anche agli ortaggi che già necessitano di irrigazioni di soccorso. La situazione è critica dalla Puglia alla Basilicata fino alla Sardegna.
In Puglia – continua la Coldiretti – la disponibilità idrica è addirittura dimezzata in 12 mesi con circa 140 milioni di metri cubi contro i 280 di un anno fa secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Anbi che registra difficoltà anche in Umbria con il 75% di pioggia in meno rispetto allo scorso anno caduta nel mese di gennaio. In Basilicata mancano all’appello circa 2/3 delle risorse idriche disponibili rispetto a Febbraio 2019 ed oggi sono pari a 257 milioni di metri cubi, ovvero 162 milioni di metri cubi in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Una emergenza che – precisa la Coldiretti – è stata al centro di un incontro della Coldiretti lucana perché rappresenta un grave pericolo per l’agricoltura di qualità dell’intero territorio provinciale ed in particolare del metapontino, quale zona maggiormente vocata alla produzione di colture frutticole e orticole. Ma difficoltà – continua la Coldiretti – si registrano anche in Sardegna il Consorzio di Bonifica di Oristano hanno addirittura predisposto a tempo di record l’attivazione degli impianti per l’irrigazione per garantire acqua ai distretti colpiti dalle grave siccità a causa della mancanza di piogge a seguito alle segnalazioni relative alle colture in sofferenza per il perdurare dell’assenza di precipitazioni.
L’andamento anomalo di questo inverno conferma dunque – continua la Coldiretti – i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa. L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali.