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EveryOne Group e alcuni cittadini del movimento “Pesaro: NO GNL” hanno inviato oggi un appello urgente alle istituzioni competenti per chiedere il blocco immediato dell’impianto di liquefazione del metano (GNL) previsto nel quartiere Tombaccia. La richiesta è stata inviata via PEC al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Ministero della Salute, al Presidente della Regione Marche, al Prefetto di Pesaro e Urbino, al Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino e al Sindaco di Pesaro.
L’impianto, progettato dalla società Fox Petroli, sorgerà in un’area a massimo rischio sismico e alluvionale, a ridosso di case, scuole e luoghi di cura, con depositi di GNL e un traffico continuo di autocisterne che attraverseranno la città. Nonostante queste criticità, il progetto ha ricevuto Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) positiva, ignorando il principio di precauzione sancito dai trattati europei e dalle normative nazionali.
Nell’appello, i cittadini denunciano che la realizzazione dell’impianto rappresenterebbe un gravissimo rischio per la salute pubblica e per l’ambiente. Il GNL è un combustibile altamente infiammabile, e la sua combustione produce particolato tossico associato a tumori, leucemie, malattie respiratorie e cardiovascolari, come confermato da studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA). La sua collocazione in una zona fragile dal punto di vista idrogeologico e sismico aumenta esponenzialmente il rischio di incidente rilevante, con scenari potenzialmente catastrofici per la popolazione e il territorio.
I cittadini ricordano che le normative nazionali e internazionali vietano la costruzione di impianti industriali pericolosi in aree a rischio, come previsto dalla Direttiva Seveso III (2012/18/UE) – D.Lgs. 105/2015 e dal Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Marche. Tuttavia, a Pesaro si sta ignorando questo quadro normativo, mettendo a rischio migliaia di cittadini.
L’appello richiama tragici precedenti storici che dimostrano le conseguenze disastrose di scelte irresponsabili. Nel 1944 a Cleveland, una fuga di GNL causò un incendio devastante che distrusse 79 case e due fabbriche, uccidendo 131 persone e ferendone 225. Nel 2004 a Skikda, in Algeria, un’esplosione in un impianto di liquefazione del metano provocò 27 morti e 74 feriti, con danni per milioni di euro.
Parallelamente all’invio dell’appello, i suoi promotori hanno lanciato una raccolta firme, invitando la cittadinanza ad aderire per chiedere l’immediato blocco del progetto. “È inaccettabile che si stia procedendo con questo impianto senza considerare i rischi enormi che comporta” afferma Roberto Malini, co-presidente di EveryOne Group e cittadino membro di ‘Pesaro: NO GNL’. “Abbiamo normative precise che tutelano i cittadini e l’ambiente, ma nel caso di Pesaro si sta ignorando tutto questo. Dopo tragedie come Cleveland e Skikda, si pensava che l’Europa e l’Italia avessero imparato la lezione, e invece oggi ci troviamo di fronte a quello che potrebbe diventare l’impianto meno sicuro d’Europa. Non si sta applicando il principio di precauzione, non si stanno seguendo le linee guida per la sicurezza degli impianti a rischio incidente rilevante e si sta esponendo un’intera città all’effetto di micidiali veleni e all’eventualità di una catastrofe. Molto bene le azioni da parte della cittadinanza, l’interrogazione parlamentare già presentata e il ricorso al Tar contro la VIA“.
Nel comunicato, Malini annuncia anche il prossimo rilascio del video “GNL a Pesaro – Apocalisse annunciata”, che presenterà dati, immagini e testimonianze sul rischio che la città sta correndo e sulle tragedie già avvenute a causa della sottovalutazione del rischio industriale.
L’appello dei cittadini è chiaro: fermare immediatamente il progetto prima che sia troppo tardi. La raccolta firme è già attiva e aperta alla partecipazione di tutti coloro che vogliono difendere la salute pubblica, la sicurezza e il futuro di Pesaro.
Nella foto, l’impianto GNL di Skikda dopo la fuoriuscita di metano liquefatto