SIGILLI SU BENI E DISPONIBILITA’ DI TRE IMPRENDITORI DENUNCIATI PER EVASIONE E FRODE FISCALE.
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per equivalente di oltre 380mila euro nei confronti di tre imprenditori di Priverno e Latina operanti nel settore delle confezioni di articoli d’abbigliamento, responsabili di una ingente frode fiscale.
La misura cautelare, disposta dal G.I.P. del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, Luigia Spinelli, scaturisce da pregresse indagini condotte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Terracina, eseguite sia mediante verifiche fiscali che investigazioni di natura economico-patrimoniale, volte alla ricostruzione del patrimonio illecitamente accumulato dagli autori della frode.
Le indagini hanno riguardato un “gruppo” di imprese pontine, risultate essere delle vere e proprie “cartiere” legate da stretti rapporti commerciali nonché di fatto amministrate dalle stesse persone, le quali, avvalendosi di una serie di prestanome, nonché della collaborazione di imprenditori e professionisti compiacenti, hanno emesso ed utilizzato fatture relative a operazioni inesistenti al fine di evadere e/o di consentire di evadere le imposte. Complessivamente la frode fiscale accertata dalle Fiamme Gialle ammonta a oltre un milione di euro ai fini sia delle imposte sui redditi che dell’I.V.A.
Tre i soggetti denunciati all’Autorità Giudiziaria di Latina, che ha quindi disposto il sequestro preventivo, per l’equivalente delle imposte evase, sul saldo attivo di sei conti correnti e un deposito titoli, accesi in tre differenti istituti di credito ubicati tra Latina e Priverno, nonché di polizze assicurative stipulate e gestite in due diverse agenzie situate a Milano e Verona.
Il meccanismo illecito è emerso dall’esame della documentazione bancaria afferente i soggetti economici coinvolti, dalla quale si rilevava una consistente mole di denaro movimentato dalle varie società, sia mediante bonifici che attraverso l’emissione di assegni bancari. Tali movimentazioni di denaro, apparentemente fisiologiche rispetto alle normali dinamiche di mercato, hanno tuttavia insospettito i militari, i quali hanno scoperto che in realtà si trattava del tentativo malriuscito di celare artificiose operazioni commerciali, di fatto mai avvenute.