IMPRESA l’Associazione Nazionale dell’Industria e delle Piccole e Medie Imprese, aderente al sistema delle Confcommercio, attraverso il suo Presidente Giampaolo Olivetti commenta le misure prese dal Governo con l’ultimo decreto-legge del 21 gennaio scorso per fronteggiare il caro bollette…
“Il costo dell’energia è fuori controllo al punto da richiedere interventi urgentissimi e strutturali di politica industriale.” Tutte le Associazioni Datoriali tra cui Confcommercio Nazionale a cui IMPRESA aderisce, hanno lanciato il grido d’allarme e negli ultimi giorni ci sono stati incontri serrati con il Ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, denunciando le ricadute drammatiche sulle aziende, causate dall’aumento del costo dell’energia. Le misure del Governo non hanno l’efficacia di risolvere in modo strutturale il problema. È necessaria una visione di lungo termine per contrastare i fortissimi incrementi di costi che si sono abbattuti sui settori industriali energivori e che stanno frenando la produttività delle imprese con ripercussioni negative sull’occupazione. lo scenario attuale è caratterizzato da tre criticità preoccupanti: prezzi abnormi dell’energia, i margini in caduta libera, la difficoltà di reperimento delle materie prime. Per questi motivi le previsioni sulla produttività del nostro paese non possono essere positive. Si prevede una decrescita del PIL di quasi un punto percentuale nel primo trimestre 2022.”
Le parole del Direttore Generale d’IMPRESA Saverio Motolese: “Circa 37 miliardi il costo presunto dell’energia per le imprese nel 2022, anno che si preannuncia segnato dall’inflazione crescente e dalla crisi delle materie prime. Se nel 2019 l’energia costava alle aziende circa 8 miliardi, nel 2021 ha superato i 20 miliardi. Si tratta di un incremento complessivo del +370% nel 2021 e di oltre 5 volte rispetto ai costi sostenuti nel 2020. Tutto ciò si traduce in un aumento dei costi aziendali complessivi e in una forte erosione dei margini operativi delle aziende. Lo shock energetico è un problema che coinvolge in modo trasversale tutti i settori; il rischio che corriamo, oltre al blocco della produzione che sta già avvenendo in alcuni settori, è che le aziende decidano di delocalizzare l’attività. Nessun settore produttivo è al riparo, dai grandi energivori, alle piccole e medie imprese; basta guardare le bollette recenti per comprendere la gravità del problema.”
Il Presidente Nazionale di Confcommercio Sangalli ha dichiarato nei giorni scorsi che l’aumento dell’energia senza precedenti è un’emergenza ed un’urgenza, perché ha un costo insostenibile per 1 milione di imprese del terziario, le più colpite dalla pandemia. Occorre intervenire subito in modo strutturale: dalla dipendenza estera, agli oneri di sistema, alla compensazione dell’aumento dei prezzi dei carburanti sulla filiera dei trasporti e della logistica. La sostenibilità, oltre che ambientale, deve essere anche economica e sociale. Queste aziende dovranno sostenere un aumento della bolletta energetica con una spesa complessiva per gas ed elettricità che passerà da 11,3 miliardi di euro del 2021 a 19,9 miliardi (+76%). Nel suo intervento Sangalli ha concluso sottolineato che se continuiamo di questo passo si rischia la chiusura di numerose aziende.
IMPRESA oltre a farsi carico del problema, riportandone le drammatiche ricadute sul sistema produttivo all’attenzione dei Ministri competenti, sta valutando anche la possibilità di trovare partner energetici con cui, attraverso la logica gruppo d’acquisti, tentare di contrattare costi energetici più calmierati a favore delle sue aziende associate. Nel frattempo, stiamo chiedendo alle nostre aziende associate di inviarci un report analitico sulla spesa energetica e sull’aumento delle rispettive bollette a partire dal 2019.
Il Consiglio dei Ministri il 21 gennaio 2022 ha approvato gli ultimi interventi a favore delle attività in crisi. Un pacchetto di misure urgenti in cui rientrano anche le prossime mosse del Governo contro il caro energia. Il decreto-legge riporta, infatti, alcuni articoli specificatamente dedicati al “contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico”.