In Piemonte le persone che soffrono di diabete sono 320mila (dato del Registro Regionale Diabete), il 5% della popolazione, un dato è in crescita: di questi, il 91% soffre di diabete di tipo 2, il 5% di diabete di tipo 1, il restante sono forme di diabete secondarie ad altre patologie. Il quadro è stato presentato nel corso del webinar “Presa in carico del paziente diabetico, dal pre Covid al post Covid. Focus Regione Piemonte. Nuove terapie: costi e opportunità” organizzato da Motore Sanità nei giorni scorsi.
La recente pandemia da SARS-CoV-2 ha messo in luce la fragilità di questa popolazione di pazienti con dei dati di mortalità e morbilità grave, tra i più alti non solo in Italia ma in tutto il mondo. Come spiega Salvatore Endrio Oleandri, Direttore S.C. di Endocrinologia e Malattie Metaboliche, ASL Città di Torino “l’Endocrinologia in Piemonte ha mantenuto una continuità di presa in carico di questa popolazione attraverso la costruzione di percorsi di presa in carico strutturati e condivisi con i colleghi che lavorano nell’ospedale e con i colleghi che lavorano sul territorio”.
Il prezzo che i pazienti diabetici, nelle fasce più fragili, hanno pagato a causa del Covid è stato altissimo: “Dal 2020 in poi si è registrata una mortalità media, per tutte le cause, del 6% (2.467 decessi) che si è progressivamente ridotta nei due anni successivi al 3% grazie alle campagne vaccinali svolte nell’Asl Città di Torino e su tutto il territorio regionale – prosegue il Dottore Oleandri -. Abbiamo riorganizzato l’attività promuovendo una rete di ambulatori di diabetologia ed endocrinologia negli ospedali e sul territorio all’interno dei distretti sanitari superando di fatto la separazione “ospedale-territorio”. Siamo riusciti a creare un unico gruppo di endocrinologi e diabetologi che operano dentro gli ospedali e nei poliambulatori, utilizzando una unica piattaforma informatica che consente attraverso il supporto delle tecnologie di poter condividere tutte le informazioni cliniche anche in remoto. Dal 2019 ad oggi abbiamo mantenuto stabilmente l’asisstenza dei nostri pazienti e abbiamo attualmente nel gestionale clinico attivo 64.933 pazienti diabetici, circa il 20 % della popolazione totale della regione con un progressivo incremento che non ha incontrato una coerente crescita dell’offerta assistenziale con una difficoltà di accesso in tempo appropriato alle prestazioni specialistiche. È importante spostare l’attenzione sui percorsi di presa in carico multispecialistici anziché sulla distinzione ospedale-territorio soprattutto se ci occupiamo di patologie croniche”.
“Servono più risorse, anche in prospettiva del fatto che se fra pochi mesi inzierà l’attività delle AFT, la medicina generale avrà bisogno di un supporto di personale infermieristico e amministrativo” ha spiegato Giovanni Boella, medico di medicina generale.
Gli ortopedici intervengono nella gestione delle complicanze del diabete come il piede diabetico che, come ha spiegato Alessandro Massè, Direttore della Prima Clinica Ortopedica e Traumatologica, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, “è un problema di altissima complessità organizzativa, decisionale, tecnica che vede coinvolte molte figure. La struturazione di percorsi virtuosi, efficienti ed efficaci per questi pazienti è estremamente complessa perché ad oggi manca una rete dei centri che si occupano del problema a vario titolo, e la centralità per lo più viene focalizzata su chi cura l’evento acuto, gli ortopedici, ma non abbiamo strutture e competenze organizzate per gestire al meglio questi pazienti. Ci stiamo attrezzando con un PDTA interno ma credo che sia essenziale che risorse nell’ambito regionale per trattare questo problema vengano messe in rete per creare una rete vera della patologia del piede diabetico”.
In cardiologia il 35% dei pazienti sono diabetici. La correlazione tra diabete e cardiopatia è estremamente significativa, ecco perché “collaborazione e organizzazione multispecialistica sono le parole chiave nella gestione di questo tipo di paziente che ha bisogno di multidisciplinarietà che ruota attorno alla figura centrale del diabetologo – ha sottolineato Giuseppe Musumeci, Direttore della Cardiologia dell’AO Mauriziano -. La collaborazione con il professore Oleandri è stata ed è preziosa, c’è un interscambio culturale continuo, anche in termini di accertamenti cardiologici. Quindi la gestione multidisciplinare, multispecialistica, penso che sia la strada giusta da perseguire e bisogna andare avanti così, anche in virtù della terapia (e dei nuovi farmaci), che se gestita in modo congiunto sicuramente è ottimizzata”.
Fabiano Zanchi, Direttore SC DIPSA ASL Città di Torino, ha portato al tavolo parole chiave come lavoro di squadra, counseling, accoglienza, presa in carico del paziente da parte dell’infermiere, ma anche unire forze e competenze. “Durante il periodo difficile della pandemia c’è stata una distribuzione delle competenze, un gioco di squadra che ha permesso di mettere i bisogni dei cittadini, soprattutto i pazienti diabetici, al centro, andando oltre lo steccato, che ha elevando la competenza degli infermieri che hanno portato ai pazienti l’attività di counseling, accoglienza e presa in carico. Bisogna proseguire su questa strada. Inoltre, l‘utilizzo di altre figure aiuta, visto la carenza di personale sanitario: c’è una oggettiva competitività del sistema privato, riuscire ad avere un sistema che permetta di spingere verso i laici amministrativi, aiuta il sistema a reggere e a identificare i bisogni”.
Ne è convinta la politica: bisogna rispondere alle esisgenze della popolazione diabetica in maniera diversa. “Stiamo cercando di sperimentare nuove modalità di gestione del paziente diabetico innestate su una rete solidissima” ha spiegato Carlo Picco, Direttore Generale ASL Città di Torino e Azienda Zero, sottolineando che le nuove tecnologie cambieranno lo scenario del diabete dei prossimi anni con costi che vanno gestiti in un percorso di ottimizzazione di rete e di sistema per rendere il processo sostenibile. Esempi virtuosi sono, nell’ambito dei controlli della retina, la gestione integrata con gli oculisti all’interno dell’ospedale Oftalmico, dove è presente la sede principale di Diabetologia: i pazienti fanno i controlli della retina contestualmente alla visita diabetologica. E poi la sperimentazione del sistema di vaccinazione all’interno del PDTA del paziente diabetico a cui viene proposta la vaccianzione e offerta la prenotazione. “Infine, in Azienda Zero – conclude il Direttore Picco – abbiamo ricostituito la rete diabetologica dandogli una dimensione più regionale e questo potrà sicuramente fare ottenere ulteriori miglioramenti nella direzione che ci siamo preposti”.
“Il diabete è un tema che parla di cronicità e la cronicità è una delle maggiori sfide che la Regione Piemonte sta cercando di affrontare, anche a fronte degli obiettivi del Pnrr, in termini di investimento e di capillarità delle cure e di una sanità più territoriale – ha spiegato Alessandro Stecco, Presidente IV Commissione Sanità regione Piemonte -. Già dal 2016 la Regione ha istituto una rete molto organizzata che prevede un modello di rete con diversi Hub e una attività Hub e Spoke per il diabete dell’adulto e una rete specifica per il diabete pediatrico. La collaborazione tra l’eara di programmazione sanitaria e Azienda Zero, che si occupa di coordinare le reti cliniche, è la chiave della sanità piemontese dei prossimi anni, una sanità che si basa sulle reti di patolgie e sulle comunità professionali”.
“Un piano di riorganzizazione dei nostri servizi socio-sanitari a partire dalla sanità territoriale diventa urgente – è l’appello di Daniele Valle, Consigliere IV Commissione Sanità Regione Piemonte -, una riorganizzazione della sanità territoriale è la migliore cura che possiamo somministrare al nostro servizio sanitario nazionale regionale”.
Sean Sacco, Consigliere IV Commissione Sanità Regione Piemonte ha ricordato che “è in aumento il numero dei pazienti da prendere in carico e c’è carenza di personale. Quella del diabete è una sfida sempre più gravosa del servizio sanitario regionale”.
Di fronte a questo scenario, “il ruolo delle associazioni è importante in qualunque momento della vita della persona con diabete ma due sono i momenti cruciali: il giorno in cui il diabete viene diagnosticato e quindi nel momento della presa in carico e il giorno in cui viene diagnosticata una complicanza che viene vissuta come un fallimento” come ha sottolineato Cesare Muratore, Vice Presidente FAND Torino. Dall’altra “le farmacie piemontesi sono pronte, anche in questo caso, a essere parte attiva nella gestione del paziente diabetico, in collaborazione con gli altri attori del sistema, per offrire ai cittadini una risposta adeguata e puntuale” così Massimo Mana, Presidente di Federfarma Piemonte.