«Da una parte i pronto soccorsi affollati e letteralmente in tilt, incapaci di gestire una “semplice” emergenza influenzale, raccontano di una sistema sanitario all’acme del disagio e della disorganizzazione, costringendo “i pochi” professionisti che restano sul campo a rinunciare addirittura, e non è certo la prima volta, alle proprie ferie, come accade in Emilia Romagna o in Campania, sottoponendosi ancora una volta a turni massacranti e mettendo da parte gli affetti familiari e la vita personale.
Dall’altra parte, paradosso dei paradossi, le aziende sanitarie, nel marasma della disorganizzazione, per tappare le falle delle carenze di personale, raschiano il fondo del barile e gettano letteralmente al vento le già scarse risorse a disposizione, andando a investire denaro su professionisti esterni che costano alle Regioni tre volte tanto, se non addirittura oltre, rispetto al “magro” stipendio di un infermiere dipendente del SSN.
Alla fine, da questo quadro desolante, emerge una sola unica certezza: a pagare più di tutti è la collettività, alle prese con un sistema sanitario decisamente fallimentare.
Dopo la nostra denuncia sui disagi dei pronto soccorsi e su quelle che sono, di fatto, le carenze strutturali di una sanità sempre più in crisi profonda, abbiamo voluto approfondire, in cinque regioni chiave, quello che è il delicato capitolo degli infermieri gettonisti.
Una questione spinosa, un modus operandi decisamente poco comprensibile, agli occhi di chi, come noi, si batte per spronare la politica a cercare soluzioni che partano dalla valorizzazione delle forze che già ci sono sul campo, nel nostro caso vere e proprie eccellenze.
Incredibilmente, non solo questa valorizzazione è ancora ben lungi dal venire, ma soprattutto siamo di fronte a “soluzioni organizzative tampone” davvero inspiegabili, che non fanno che peggiorare la situazione, oltre tutto dilapidando le già scarse risorse a disposizione di aziende sanitarie che non navigano certo nell’oro».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
Tra il 2022 e il 2023 il caso degli infermieri gettonisti è salito letteralmente alla ribalta delle cronache. Siamo stati tra i primi a denunciare episodi come quello del San Luigi di Orbassano, in Piemonte, dove, per sostituire tre infermieri andati in pensione, si è fatto ricorso a professionisti dell’assistenza esterni, con un impegno di spesa di ben 67mila euro, per coprire per appena tre mesi, al costo esorbitante di più di 20mila euro ciascuno, la mancanza di personale in sala operatoria. Incredibile ma vero! Fummo i primi a denunciare tutto questo. Professionisti a gettone pagati il doppio se non in alcuni casi il triplo rispetto ai nostri infermieri», chiosa De Palma.