La denuncia arriva dalla CGIA: l’Inps e l’Inail pagano in ritardo i fornitori, facendo balzare all’occhio una contraddizione evidentissima.
“Quando sono le imprese a ritardare il versamento dei contributi previdenziali o assicurativi – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – questi istituti sono solerti e intransigenti nel far scattare immediatamente le sanzioni e gli interessi di mora previsti dalla legge. Diversamente, quando sono chiamati a liquidare i propri fornitori, questa inflessibilità nel rispettare i tempi di pagamento viene inspiegabilmente meno. Al punto che sia l’Inps che l’Inail, l’anno scorso hanno liquidato le imprese in grave ritardo, violando i limiti stabiliti dalla normativa”.
Lo rileva un’indagine dell’Ufficio studi della CGIA che ha estrapolato i dati relativi agli Indicatori di Tempestività dei Pagamenti (ITP) e l’ammontare dei debiti commerciali delle principali Amministrazioni pubbliche presenti nel Paese.
Amministrazioni pubbliche che, per legge, oltre all’ITP devono pubblicare sul proprio sito anche il numero dei creditori e l’ammontare complessivo dei debiti maturati ogni trimestre e alla fine di ciascun anno per le seguenti voci di spesa: somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali.
I dati, dicevamo, sono impietosi: nel 2018 l’Inps ha registrato un ITP pari a +10,13. Questo dato certifica che l’anno scorso l’istituto ha liquidato i propri fornitori con oltre 10 giorni medi di ritardo rispetto alle disposizioni previste dalla legge in materia di tempi di pagamento. Tutto ciò, al 31 dicembre 2018, ha contribuito a produrre un debito commerciale complessivo nei confronti dei fornitori pari a 157,2 milioni di euro .