Inps, in arrivo norme previdenziali per influencer e content creator

Anche per influencer e content creator si inizia a parlare di pensione. Nel corso dell’evento ‘C come Economy. Risposte concrete a un mondo virtuale’, si è infatti discusso della bozza di circolare Inps realizzata con il contributo dell’Associazione Italiana Content & Digital Creators e di Assoinfluencer che individua i criteri generali e gli obblighi contributivi per la categoria dei lavoratori che creano contenuti sulle piattaforme digitali.

La circolare costituisce uno strumento che ha lo scopo di chiarire agli operatori come il quadro normativo, antecedente all’evolversi di queste nuove professioni, vada concretamente adattato alle specifiche fattispecie, dando certezze e univocità di interpretazione. Attualmente è al vaglio del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e potrebbe essere pubblicato entro la fine di dicembre.

“Siamo molto fieri di aver raggiunto insieme a Inps questo traguardo, a cui lavoriamo da oltre un anno, e che costituisce un primo passo di un lungo cammino- ha commentato Sara Zanotelli, presidente di Aicdc- In quest’ultimo anno abbiamo avviato un’interlocuzione con molti soggetti istituzionali aprendo nuovi tavoli utili alla categoria, e la definizione di questa bozza di circolare si inserisce all’interno di una più ampia strategia per la professionalizzazione del comparto e per una regolamentazione sistematica della Creator Economy, elemento fondamentale per garantirne uno sviluppo organico”.

“La circolare Inps sui profili previdenziali dei content creator– aggiunge Gabriele Fava, presidente dell’Inps- è un importante novità regolamentare ed è un segnale dell’attenzione dell’Istituto ai lavori emergenti della digital economy che saranno sempre più strategici per la competitività delle imprese e del Paese. Questa è una prima iniziativa concreta del grande progetto finalizzato ad avvicinare e ingaggiare i giovani che va nella direzione della sostenibilità del sistema previdenziale”.

“A normativa vigente- commenta Antonio Pone, direttore generale vicario Inps- la gestione previdenziale di riferimento per le figure professionali è di volta in volta individuata all’esito dell’esame di alcune variabili chiave, quali: le concrete modalità in cui si estrinseca l’attività, il contenuto della prestazione medesima, il modello organizzativo adottato e le modalità di erogazione dei corrispettivi. A seconda del caso concreto e dalla forma assunta da tali variabili, la circolare indirizza rispetto all’applicabilità del regime previdenziale dei lavoratori autonomi, distinguendo tra le ipotesi di iscrizione alla gestione speciale degli esercenti attività commerciali rispetto alla gestione separata (di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 335/1995), piuttosto che al regime previdenziale dei lavoratori dello spettacolo”.

“Ormai è evidente, la Creator Economy non è un hobby- conclude Jacopo Ierussi, presidente di Assoinfluencer- Negli ultimi anni non c’è istituzione che abbia ignorato la voce del settore: con Aicdc, supportati anche da Mimit e da Confcommercio Professioni, abbiamo ottenuto il via libera al Codice Ateco. Ora stiamo dialogando con l’Inps per determinare i profili contributivi della categoria, composta perlopiù da giovani che hanno diritto a conoscere il loro futuro pensionistico. E’ un percorso ancora in itinere, perché le nostre due associazioni puntano a rendere ancor più aderenti alle esigenze del mercato gli oneri previdenziali gravanti sul fenomeno; oneri che, quantomeno, iniziano ad essere meno incerti”.

Nel corso dell’evento è stato inoltre presentato il rapporto I-Com 2024 per Aicdc dal titolo ‘La Creator Economy in Italia: Dinamiche, Impatti e Sostenibilità nell’Ecosistema Digitale’. Secondo l’indagine, il giro d’affari del comparto in Italia è pari nel 2024 a 4,06 miliardi di euro. Guida Instagram con 3,3 miliardi, subito seguita da TikTok con 446,88 milioni e YouTube con 279,65 milioni. Mediamente, i creatori di contenuti digitali beneficiano di entrate economiche pari a 84.028 mila euro l’anno. I posti di lavoro a tempo pieno generati dal settore sono invece 18.110, che salgono a 51.382 se si considera anche l’occupazione indiretta.

“Come dimostrano i dati, il settore della Creator Economy ha un peso rilevante nell’economia nazionale- commenta Mauri Valente, vicepresidente di Aicdc- Il numero dei creator sta crescendo, le aziende includono sempre di più l’influencer marketing all’interno delle proprie strategie e quasi la totalità degli italiani è presente sulle piattaforme online. In questo contesto, è fondamentale riconoscere dal punto di vista professionale le tante, nuove, figure emergenti. Insieme ai nostri associati, che in un anno hanno raggiunto quota novecento, dialoghiamo ogni giorno con le istituzioni preposte e con le altre associazioni di categoria con l’obiettivo di creare una nuova cultura digitale e promuovere il settore”.

Contando inoltre 82 influencer ogni 100.000 abitanti, l’Italia si posiziona terza in Europa per numero di professionisti del comparto Europa, dopo Spagna e Regno Unito, con 37.700 content creator. La spesa per l’influencer marketing, infine, è cresciuta del 33% dal 2020 al 2023 e per il 2023 si prevede che raggiunga quota 323 milioni di euro.