INVIO DI PEC DA PARTE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

Raggiunti i contribuenti che non hanno aderito al concordato e che presentano determinate condizioni reddituali…

L’Agenzia delle entrate ha provveduto ad inviare, nella giornata di ieri, una PEC ai soggetti ISA, con punteggio di affidabilità inferiore a 8, che hanno dichiarato per il 2023 un reddito d’impresa o di lavoro autonomo inferiore a quello dei valori minimi di riferimento settoriale nel caso in cui gli stessi sono di importo inferiore a 15.000 euro ovvero hanno dichiarato un reddito d’impresa o di lavoro autonomo inferiore a 15.000 euro se i citati minimi settoriali sono di importo superiore all’anzidetto limite.

Si ricorda che i minimi settoriali sono pari alle retribuzioni, al netto dei contributi previdenziali, del primo quartile dei soggetti ISA, valore minimo già utilizzato nelle proposte di concordato preventivo e che, a titolo di esempio, è pari a 13.373 euro per le estetiste, 16.871 euro per le lavanderie, 22.919 euro per i taxisti e 19.786 euro per gli impiantisti.

Come è logico immaginare, l’azione dell’Agenzia è tesa a stimolare l’adesione al concordato preventivo, istituto fortemente sostenuto dalla Confederazione che, intervenendo nel corso della sua approvazione, lo ha reso via via sempre più “appetibile”. Lo strumento, peraltro, si colloca nell’ambito di una maggiore compliance favorendo, infatti, una interlocuzione preventiva con l’Amministrazione finanziaria finalizzata a ridurre, o addirittura annullare, i successivi controlli. In pratica, è chiara la scelta di voler limitare i controlli ex post favorendo, nel caso di piccole imprese, la determinazione anticipata del tributo.

È evidente che la lettera ha come scopo quello di “spingere” ad un riesame delle condizioni di adesione al concordato per le imprese sopra indicate, come pure risulta altrettanto chiaro il necessario ulteriore impegno per garantire assistenza e risposte agli associati che l’hanno ricevuta.

Si evidenzia, inoltre, che il contribuente raggiunto dalla PEC non necessariamente finirà in liste di controllo, in quanto la selezione avviene anche tenendo conto di altri profili di rischio e, a maggior ragione, un eventuale accertamento dovrà essere effettuato nel rispetto dei vincoli imposti dall’art. 39 del D.P.R. n. 600/73