ISS, in Italia 1,5 milioni di giocatori problematici

Nello studio presentato dall’Istituto Superiore di Sanità si parla di 1,5 milioni di giocatori problematici. Dato questo che pone la dipendenza da gioco solo all’ottavo posto in Italia – riporta l’Agenzia Agimeg -.

 

La principale dipendenza in Italia è quella da fumo, seguita da alcool e social network. Quest’ultima si valuta quando un soggetto, ad esempio, ha come primo pensiero appena sveglio quello di controllare facebook o altri social. Stessa valutazione in caso un soggetto si alzi di notte per un qualsiasi motivo e la prima cosa che mette in pratica è un giro sui social frequentati.

Seguono, in questa graduatoria, la droga (ma il dato potrebbe essere più alto visto che, trattandosi di un fenomeno illegale, esiste una parte non rilevabile) e gli smartphone. Quest’ultima dipendenza si rileva, tra l’altro, quando una persona dorme con il cellulare accanto non per motivi di sicurezza, ma per poterlo avere sempre a portata di mano. Altro sintomo della dipendenza è interagire con lo smartphone in ogni momento di tempo libero. In sesta e settima posizione due dipendenze forse poco conosciute, ma che di fatto coinvolgono oltre 4 milioni di persone.

Si tratta della dipendenza da shopping, fenomeno che porta i soggetti, ad esempio, a non pagare impegni come mutuo, rate o condominio per comprare oggetti come vestiti, scarpe, ecc. Questo provoca in molti casi dei gravi squilibri nella situazione economica dei soggetti interessati. La dipendenza da sesso provoca invece disturbi nella capacità di interagire con altre persone, abbassa i livelli di attenzione su tutte le attività lavorative, comprese quelle che richiedono meno concentrazione. Il gioco è in ultima posizione in questa graduatoria.

Secondo il rapporto sul gioco dell’Istituto Superiore di Sanità, sono 18 milioni gli italiani adulti che giocano, 1,5 milioni i problematici. C’è da sottolineare che una persona può far parte di più categorie di dipendenza e quindi i soggetti colpiti dalle dipendenze evidenziate non sono la sommatoria dei valori proposti. Va anche evidenziato che le percentuali di mortalità nelle ultime tre dipendenze della classifica (shopping, sesso e gioco) sono praticamente inesistenti o bassissime.

La percentuale si alza relativamente alle dipendenze da social network (eventi tragici riconducibili all’utilizzo di strumenti come facebook) e ancora di più per ciò che concerne lo smartphone (basti pensare alle morti per incidente dovuti all’utilizzo dei cellulari in auto). Fumo, alcool e droga provocano decine di migliaia di decessi all’anno.