Le serie dei conti nazionali dei settori istituzionali qui presentate sono l’aggiornamento di quelle diffuse il 23 settembre 2019 , in occasione della recente revisione generale dei Conti Nazionali, concordata in sede europea a cinque anni dal passaggio al nuovo Regolamento Sec2010. I dati presentati oggi, dunque, presentano una discontinuità con quelli precedenti alla revisione, pubblicati il 12 aprile 2019.
I conti non finanziari per settore istituzionale descrivono i risultati conseguiti da famiglie, imprese, istituzioni non profit e amministrazioni pubbliche nelle diverse fasi del processo economico. Il comportamento degli operatori residenti viene descritto partendo dalla formazione del reddito prodotto sul territorio economico e dalla sua distribuzione ai fattori produttivi che hanno contribuito a realizzarlo. Si rappresentano, poi, gli effetti prodotti dalle politiche redistributive attuate dal settore pubblico e dagli altri settori privati (residenti e non) arrivando così a misurare le risorse che gli operatori economici hanno effettivamente a disposizione per le loro spese per consumi (nel caso delle famiglie e delle amministrazioni pubbliche) o che decidono di risparmiare per l’investimento in attività reali e/o finanziarie.
Quando il risparmio non è sufficiente a finanziare l’investimento si crea un indebitamento, che è necessario coprire ricorrendo al finanziamento esterno; al contrario, un esubero di risorse disponibili rispetto alle necessità di spesa indica una capacità di finanziamento.
La posizione complessiva del nostro Paese verso l’estero è in attivo dal 2013. Nel 2019 l’accreditamento dell’Italia raggiunge i 51,3 miliardi di euro, circa 8 miliardi in più rispetto al 2018. Al risultato complessivo contribuisce la diminuzione di 9,5 miliardi del disavanzo delle amministrazioni pubbliche e il miglioramento del saldo delle società non finanziarie (+8,5 miliardi). Prosegue il logoramento dell’accreditamento delle società finanziarie, che registra un ulteriore ridimensionamento di circa 7,5 miliardi (era sceso di quasi 2 miliardi anche nel 2018). Anche le famiglie nel loro complesso vedono un peggioramento del saldo di 2,3 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, determinato dal risultato delle famiglie produttrici, che nel 2019 registrano un indebitamento (-826 milioni) per la prima volta dal 2011.