La Guardia di Finanza di Messina ha celebrato il 245° anniversario della fondazione.
Innanzi a una rappresentanza delle Fiamme Gialle peloritane del contingente ordinario e aeronavale, nonché dei componenti dell’Associazione Nazionale dei Finanzieri d’Italia, il Comandante Provinciale, Gen. B. Vincenzo Tomei, ha evidenziato l’importanza del messaggio del Capo dello Stato, inviato a tutti i finanzieri in occasione della ricorrenza, nel quale si esprime la riconoscenza per l’impegno a difesa della sicurezza economicofinanziaria del Paese e si sottolinea l’elevata competenza dimostrata che ha meritato ammirazione tanto che, sempre più spesso, Paesi amici chiedono di potersi avvalere delle professionalità, delle esperienze e delle migliori pratiche del Corpo per fronteggiare, con la stessa efficacia, la diffusione dell’illegalità nei settori nevralgici per l’economia. Cariche di significato anche le espressioni utilizzate dal nuovo Comandante Generale del Corpo – Gen. C.A. Giuseppe Zafarana – nel suo Ordine del Giorno Speciale, in cui ha ricordato alle Fiamme Gialle che “nel solco tracciato brillantemente da chi prima di noi ha vestito la splendida uniforme grigioverde, continueremo a corrispondere appieno alle altissime aspettative che i cittadini ripongono nel Corpo. Ciò, attraverso l’incessante impegno di tutti che si articola secondo linee d’azione consolidate e costantemente affinate su cui è declinata la missione istituzionale, oggi con una marcata proiezione a carattere transnazionale volta a sviluppare, in forma sempre più strutturata, profili di collaborazione e cooperazione con omologhi organismi stranieri”.
Il Comandante Provinciale ha inteso ringraziare per l’attività svolta tutto il personale che ha operato nell’ultimo biennio al suo comando nel vasto territorio provinciale, nella consapevolezza che l’impegno e il rigore richiesti sono condizione fondamentale per poter assicurare concretamente il rispetto della legalità economico-finanziaria.
Significativi sono i risultati raggiunti nei diversi settori istituzionali attribuiti alla Guardia di Finanza, quale moderna polizia economica e finanziaria.
Sono 13.644 gli interventi ispettivi conclusi dai Reparti della Guardia di Finanza tra il gennaio del 2018 e il maggio del 2019; 2.027 sono, invece, le indagini delegate al Corpo, nello stesso periodo, dalla magistratura ordinaria e contabile. Cifre, queste, che danno il senso dell’intensificazione delle attività della GdF contro i più gravi fenomeni di illegalità economico-finanziaria.
Lotta all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali
Sono stati denunciati 132 soggetti per reati fiscali (principalmente, emissione e utilizzo di fatture false, dichiarazioni fraudolente e occultamento delle scritture contabili). Ammontano a 131 le indagini delegate dalla magistratura e ad oltre 45 milioni di euro le proposte di sequestro avanzate. Le misure patrimoniali eseguite sono pari a 17 milioni e 800mila euro, mentre sono 5 le persone arrestate.
Importanti i risultati conseguiti dal Corpo anche nel settore del contrasto alle frodi all’Iva (meglio note come frodi “carosello”), in quello dei carburanti e delle indebite compensazioni di debiti tributari e previdenziali con crediti IVA fittizi, che hanno visto, in diversi casi, anche il coinvolgimento di professionisti. Sono 26, infatti, i casi scoperti di società “cartiere” o “fantasma” utilizzate per frodi carosello o indebite compensazioni. Nel contrasto all’economia sommersa sono stati individuati 146 soggetti sconosciuti al Fisco (evasori totali), che hanno evaso complessivamente 67 milioni e 780mila euro di IVA. Inoltre, sono stati verbalizzati 186 datori di lavoro per aver impiegato 817 lavoratori in “nero” o irregolari.
Ammontano complessivamente a 37 gli interventi nel settore delle accise, che hanno portato al sequestro di oltre 18,5 tonnellate di carburante oggetto di frode. Nel settore dei giochi e delle scommesse illegali, i controlli eseguiti sono stati 51 con 57 violazioni rilevate; sono, invece, 6 le indagini di polizia giudiziaria concluse nello stesso comparto.
Contrasto agli illeciti nel settore della tutela della spesa pubblica
L’azione della Guardia di Finanza contro gli illeciti in materia di spesa pubblica è finalizzata a individuare quelle condotte che, pregiudicando la legalità e la correttezza nella Pubblica Amministrazione, minano il puntuale utilizzo delle risorse, favorendo sprechi e malversazioni. Il settore è strategico per il Paese: solo un equo impiego degli investimenti e dei fondi pubblici può, infatti, sostenere la competitività e una piena ripresa del tessuto economico nazionale. È per questa ragione che il Corpo continua a rafforzare il proprio dispositivo di vigilanza, che si sviluppa lungo una duplice direttrice: il potenziamento delle unità operative
territoriali dedicate allo specifico settore di servizio e l’intensificazione delle collaborazioni con le Autorità e gli Enti di gestione, con particolare riferimento ai settori della spesa previdenziale, sanitaria, dei fondi europei destinati alla realizzazione di progetti, dove il corretto impiego delle risorse, oltre a contribuire a contenere l’esborso complessivo dello Stato, come nel caso di trattamenti pensionistici e di invalidità non spettanti, si traduce in un miglioramento della qualità della spesa, con positive ricadute in termini di sviluppo del Paese.
È in questo senso che vanno letti i risultati conseguiti dalla Guardia di Finanza nel settore nel periodo gennaio 2018-maggio 2019.
Ai 605 gli interventi svolti a tutela dei principali flussi di spesa pubblica, dagli appalti agli incentivi alle imprese, dalla spesa sanitaria alle erogazioni a carico del sistema previdenziale, dai fondi europei alla responsabilità per danno erariale, si aggiungono 190 deleghe d’indagine concluse in collaborazione con la Magistratura ordinaria e 4 deleghe svolte con la Corte dei Conti.
Le frodi scoperte dai Reparti in danno del bilancio nazionale e comunitario sono state pari a oltre 12 milioni di euro, mentre si attestano intorno ai 157 milioni quelle nel comparto della spesa previdenziale, assistenziale e sanitaria, con un numero di persone denunciate complessivamente pari a 422.
Sul versante dei danni erariali sono state segnalate condotte illecite alla Magistratura contabile per circa 26 milioni e 800mila euro, a carico di 70 soggetti, mentre sono state avanzate proposte di sequestro per oltre 1,3 milioni di euro.
I controlli svolti in materia di prestazioni sociali agevolate e di indebita esenzione dal pagamento dei ticket sanitari hanno fatto emergere tassi di irregolarità pari, rispettivamente, al 20 % e al 82%. Nel caso dei ticket sanitari è stata sviluppata una specifica analisi di rischio in grado di evidenziare i nominativi di beneficiari già caratterizzati da elevati indici di anomalia.
Passando al settore degli appalti, il valore delle procedure contrattuali risultate irregolari è stato pari a circa 1,7 milioni di euro; contestualmente, l’ammontare complessivo delle gare sottoposte a controllo si è attestato a circa 12 milioni di euro. Le persone denunciate per reati in materia di appalti, corruzione e altri reati contro la Pubblica amministrazione sono state 82, di cui 11 tratte in arresto. Un sicuro indice dell’efficienza dell’azione investigativa è rappresentato dai dati sui sequestri. Le determinazioni dell’Autorità giudiziaria che ha accolto le proposte di sequestro avanzate dai Reparti del Corpo rappresentano, infatti, la concreta misura della possibilità per lo Stato di vedere ristorati i danni causati dai fenomeni di illegalità, frode, malaffare e cattiva gestione scoperti dalla GdF. In questa prospettiva, l’azione dei Reparti della Guardia di Finanza è in pieno svolgimento per disvelare condotte illecite, sprechi di fondi e risorse pubbliche, fenomeni corruttivi e di
disonestà nei riguardi della Pubblica Amministrazione, attraverso interventi mirati e indagini di polizia giudiziaria.
Contrasto alla criminalità organizzata ed economico-finanziaria
Sul fronte del contrasto alla criminalità economico-finanziaria, sono state 1.480 le attività ispettive condotte allo scopo di individuare le diverse forme di infiltrazione e gli interessi finanziari, economici e imprenditoriali della criminalità. Le attività investigative sono orientate verso contesti che, sulla base di una preventiva analisi delle fenomenologie illecite presenti nelle singole realtà territoriali, risultino connotati da concreti e immediati profili di rischio.
In quest’ottica, si è proseguito nell’opera di rafforzamento dello sviluppo degli accertamenti patrimoniali in applicazione della normativa antimafia (anche nei confronti di soggetti connotati da “pericolosità economico-finanziaria”) e del monitoraggio delle diverse manifestazioni della criminalità nel territorio di riferimento (includendo la c.d. “area grigia”, rappresentata da soggetti che, pur non affiliati alle consorterie, si propongono quali facilitatori della penetrazione criminale nel tessuto socio/economico) attraverso un’estesa proiezione del Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) sull’intera circoscrizione di competenza e mediante la dinamica interlocuzione con il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e i Reparti territoriali insistenti nei distretti di Corte d’Appello.
Con riferimento ai risultati conseguiti in applicazione della normativa antimafia, sono stati sottoposti ad accertamenti patrimoniali 258 soggetti; ammonta, invece, a oltre 50 milioni di euro il valore dei beni mobili, immobili, aziende, quote societarie e disponibilità finanziarie proposti all’Autorità Giudiziaria per il sequestro, mentre i provvedimenti di sequestro e confisca operati hanno raggiunto, rispettivamente, la quota di 980 mila euro circa. Tali misure ricomprendono l’esecuzione di sequestri di prevenzione, ai sensi del Codice Antimafia, per oltre 18mila euro e confische in via definitiva di beni per 160mila euro, conseguenti allo svolgimento di 3 accertamenti nei confronti di soggetti connotati da c.d. “pericolosità economico-finanziaria”, ovvero coloro che per condotta e tenore di vita, debba ritenersi che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi derivanti da ogni genere di attività delittuosa, in particolare di natura tributaria, societaria, fallimentare, ecc.
Nel settore del contrasto al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti sono stati eseguiti 246 interventi, denunciati 107 soggetti, mentre 29 sono gli arrestati. Sequestrate 2 tonnellate di droga.
Infine, continua incessantemente la collaborazione istituzionale con le Autorità Prefettizie, quale fulcro del sistema di prevenzione antimafia in ambito provinciale. Complessivamente sono stati eseguiti quasi 448 accertamenti a seguito di richieste pervenute dai Prefetti della Repubblica, la maggior parte dei quali (446) riferiti alle verifiche funzionali al rilascio della documentazione antimafia.
L’azione volta alla prevenzione e repressione del riciclaggio dei capitali illeciti per impedirne l’introduzione nel tessuto economico-finanziario sano del Paese, nonché per intercettare possibili pratiche di finanziamento del terrorismo, si è fondata e continuerà sempre più a basarsi in futuro, sul piano repressivo, nell’esecuzione di mirate indagini di polizia giudiziaria e sul piano preventivo, nell’approfondimento delle segnalazioni di operazioni sospette inviate dai soggetti obbligati ai sensi della normativa antiriciclaggio. Tali attività si sono concretizzate, in particolare, nello sviluppo di 22 indagini di polizia giudiziaria, da cui è scaturita la denuncia all’Autorità Giudiziaria di 66 persone per i reati di riciclaggio e autoriciclaggio, 5 delle quali sono state arrestate. Il valore del riciclaggio accertato si è attestato intorno ai 5 milioni di euro, mentre sono stati effettuati sequestri su ordine della magistratura per circa 21 milioni di euro.
Sul fronte della prevenzione, i reparti del Corpo ha proceduto all’analisi di 242 segnalazioni di operazioni sospette.
Sempre al fine di garantire la tutela della trasparenza e della legalità del sistema economico-imprenditoriale, ulteriore priorità del Corpo continuerà ad essere quella di reprimere i reati fallimentari, societari e bancari, nonché i fenomeni usurari e di abusivismo bancario e finanziario, per salvaguardare i risparmiatori da offerte di soluzioni d’investimento non sicure.
Con particolare riguardo al campo dei reati fallimentari sono stati sequestrati beni per un valore pari a circa 15 milioni di euro, su un totale di patrimoni risultati distratti di oltre 33 milioni e 800mila euro.
Continua l’azione di contrasto in materia di falsificazione monetaria. In tale comparto operativo sono stati denunciati 2 soggetti, con l’esecuzione di sequestri di valute, titoli, certificati e valori bollati contraffatti per un valore complessivo di oltre 46mila euro. In tema di sicurezza prodotti, di contrasto alla contraffazione e al falso made in Italy e di lotta all’illecito sfruttamento economico delle opere protette dal diritto d’autore, i Reparti operativi hanno eseguito oltre 142 interventi e svolto più di 28 deleghe dell’Autorità Giudiziaria. Sequestrati oltre 280mila prodotti industriali contraffatti, con falsa indicazione “made in Italy” o non sicuri nonché rilevanti quantitativi di prodotti alimentari recanti marchi industriali falsificati o indicazioni non veritiere circa l’origine e la qualità.