Rimini – La Polizia di Stato di Rimini ha eseguito la misura cautelare della custodia in carcere a carico di un italiano 33enne, gravemente indiziato dei reati di stalking e lesioni ai danni della sua compagna. Il provvedimento restrittivo, emesso dal G.I.P. Vinicio Cantarini, è stato richiesto dal Sostituto Procuratore Davide Ercolani in ragione dei gravi elementi raccolti a suo carico.
Le indagini, svolte dagli agenti della 2^ Sezione – Reati contro la persona della Squadra Mobile, diretta dal dott. Mattia Falso, hanno avuto origine da un intervento effettuato nel giugno scorso presso un residence di Viserbella. Ai poliziotti intervenuti in quell’occasione, la donna, con il labbro sanguinante ed il volto ancora segnato dalle percosse subite, ha raccontato di essere stata aggredita dal compagno a causa della sua gelosia ossessiva. Tutto è iniziato da una richiesta di amicizia ricevuta dalla vittima su Facebook, pretesto per il quale l’uomo l’ha aggredita, prendendola per i capelli e sbattendole la testa contro il muro. In serata, i due si sono recati in un ristorante ed anche lì, sempre per lo stesso motivo, la donna è stata schiaffeggiata con violenza. L’aggressività dell’uomo non si è fermata neanche di fronte ad alcuni clienti e camerieri, intervenuti in difesa della donna. Tornati al residence, dopo aver preteso di controllare tutte le chat presenti nel cellulare della donna, quest’ultima è stata schiaffeggiata per circa un’ora e mezza. Temendo il peggio, quindi, ha iniziato a invocare aiuto e lui, di tutta riposta, ha tentato di tapparle la bocca e di soffocarla. In un attimo di distrazione, è quindi riuscita a scappare e, grazie all’aiuto di un vicino, ad allertare il 112.
Da quel momento, l’uomo è scomparso, ma ha iniziato a tormentare la donna, arrivando a mandarle anche trecento mail al giorno per cercare di riconciliarsi con lei. Altrettanto numerose sono state le telefonate fatte sino a poco tempo fa, molte delle quali contenenti insulti e minacce di morte.
Nella mattinata di ieri l’indagato, sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento all’ex moglie per analoghe condotte ossessive e vessatorie, è stato rintracciato in provincia di Forlì presso la ditta per la quale lavora e, al termine degli atti di rito, è stato tradotto in carcere a disposizione dell’A.G.