Sui contribuenti italiani fedeli al fisco pesa una pressione fiscale “reale” che si attesta al 48,3 per cento: 6,1 punti in più rispetto a quella ufficiale. E sebbene sia in calo dal 2014, la soglia raggiunta quest’anno rimane ancora ingiustificatamente elevata. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.
“Se alle troppe tasse – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – aggiungiamo il peso oppressivo della burocrazia, l’inefficienza di una parte della nostra Pubblica amministrazione e il gap infrastrutturale che ci separa dai nostri principali competitori economici, non c’è da stupirsi, come è emerso in questi giorni, che serpeggi un certo malessere soprattutto tra gli imprenditori del Nordest.
Tra le altre cose, a causa di tutte queste criticità continuiamo a rimanere il fanalino di coda in Ue per quanto riguarda gli investimenti diretti esteri”.