LA PRIMA DONNA AL VERTICE DELLA SOCIETA’ ITALIANA DI DIABETOLOGIA: E’ RAFFAELLA BUZZETTI

È la prima donna al vertice della Società Italiana di Diabetologia che quest’anno compie 60 anni di vita. Raffaella Buzzetti, Professore Ordinario in Endocrinologia, (SSD MED13) Dipartimento di Medicina Sperimentale-Facoltà di Medicina ed Odontoiatria, Sapienza Università di Roma.

Con la sua elezione, la SID si conferma come società innovativa e si pone l’obiettivo di migliorare la gestione del diabete in Italia, con particolare attenzione al supporto delle donne. ”La mia intenzione è quella di ‘tingere di rosa’ la SID, dando una nuova impronta alla nostra società’” ha dichiarato la professoressa. “È fondamentale aprire la strada a molte altre donne, soprattutto giovani, che possano ambire a ruoli di leadership. Spero di essere la prima di una lunga serie”.

La nuova Presidente ha evidenziato che, sebbene la prevalenza del diabete sia maggiore negli uomini, le donne tendono a trascurare la propria salute, spesso per i molteplici impegni di caregiver. «Le donne si recano meno ai controlli rispetto agli uomini e questo può portare a maggiori complicanze, esiste quindi un gap di genere nella patologia”, ha aggiunto. « Dobbiamo aiutare le donne a prendersi cura di se con adeguate campagne di informazione e prevenzione”.

Forte la necessità di aumentare la consapevolezza riguardo ai rischi associati alla menopausa: “Grazie ai media e all’informazione, promossa dalla SID, c’è una crescente consapevolezza nella popolazione. Ma è cruciale continuare in quest’opera di informazione per incidere e prevenire il rischio di diabete e di malattie cardiovascolari post-menopausa quando le donne perdono la protezione fornite dagli estrogeni”.

La Professoressa Buzzetti ha messo come punto cardine dell’agenda SID quello di dare ampia diffusione all’importanza di effettuare controlli della glicemia ed analisi complete a partire dai 35 anni, evidenziando la necessità sempre più impellente di monitorare le donne a rischio o familiarità. L’auspicio è quello di lavorare per una maggiore inclusione e per una forte sensibilizzazione nel campo della diabetologia.