
La riabilitazione come nuova terapia per la persona senza la quale diminuirebbe la qualità di vita e si avrebbero aspettativa di vita diverse. E’ una delle tematiche emerse dall’incontro oggi al PalaCongressi del Policlinico Universitario “G. Martino” di Messina promosso dalla sede regionale dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e dall’Ordine della Professione Sanitaria di Fisioterapista di Messina. Una riabilitazione che cambia grazie alla ricerca scientifica e quindi alle nuove tecnologie: digitale, tecnologie robotiche, tecnologie legate alla realtà virtuale o alla telereabilitazione, che hanno mostrato come effettivamente è possibile andare a potenziare l’effetto del trattamento classico.
Vi è stata una crescita esponenziale della ricerca scientifica nell’ambito della riabilitazione che si traduce in percorsi terapeutici più adeguati per i pazienti, percorsi terapeutici riabilitativi personalizzati in base ai bisogni del singolo paziente e della sua famiglia.
I saluti iniziali sono stati di Alessandra Calafiore, assessore alle Politiche della Salute e sociali, di Aurelio Lembo dell’Ordine dei Medici e odontoiatri di Messina e dell’on. Giuseppe Laccoto, presidente della Commissione Salute all’ARS: “E’ un momento di disagio rispetto alle richieste dei cittadini: dobbiamo guardare con speranza alla ricerca scientifica che possa dare risposte” ha detto Laccoto.
E’ entrato nel dettaglio Angelo La Via, consigliere nazionale Aism: “In Sicilia abbiamo avuto il primo Pdta, percorso diagnostico terapeutico assistito, in Italia. Vogliamo continuare a fare la differenza. Senza ricerca non possiamo andare avanti. Senza una riabilitazione capace noi non possiamo fare nulla. La riabilitazione è la nuova terapia per persona sm”.
Il presidente della Federazione Ordine nazionale dei fisioterapisti, Piero Ferrante, ha evidenziato come è “cambiato il panorama anagrafico ed epidemiologico e noi professionisti sanitari abbiamo il dovere di immaginare percorsi che siano in grado di fornire le giuste risposte alle mutate esigenze e alle mutate richieste di salute che il cittadino che la persona ci pone. Lavorando insieme tutte le professioni sanitarie, immaginando percorsi comuni, strade comuni, perché non dimentichiamo che da soli si va veloce, ma solo insieme si arriva lontano”.
La presidente dell’Ordine fisioterapisti di Messina, Giuseppa Palella, ha sottolineato l’importanza della ricerca nell’ambito della riabilitazione: “noi come categoria giovane vogliamo dare il massimo supporto ai nostri iscritti, soprattutto nell’ambito della progettualità di quello che è un percorso riabilitativo mirato per i nostri pazienti. Non ci dobbiamo dimenticare che noi in quanto ordine territoriale siamo anche destinati a supportare i colleghi nella scelta anche di un percorso di formazione.
A Messina abbiamo strutture molto importanti. Ma la territorialità è una delle cose che noi dobbiamo tenere in considerazione. Sul territorio di Messina rappresento 780 iscritti. E’ molto importante che oggi con questo evento facciamo passare il messaggio che all’interno dell’ordine dei fisioterapisti con la collaborazione anche di Aism ci possa essere un’apertura di condivisione anche di importanti dati scientifici a supporto anche della cura del cittadino: una buona pratica passa da una buona condizione di preparazione”.
Andrea Tacchino, dell’Area scientifica della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, ha detto: “L’utilizzo di tecnologie di tipo digitale, tecnologie robotiche, tecnologie legate ad esempio alla realtà virtuale o alla teleriabilitazione, hanno mostrato come effettivamente è possibile andare a potenziare quello che è l’effetto del trattamento classico. Questa è una cosa molto importante per le persone con sclerosi multipla, perché consente ovviamente di avere risultati migliori, quindi di riuscire a mantenere l’autonomia e ridurre la perdita di disabilità nel tempo. Le tecnologie, soprattutto quelle digitali, consentono di avvicinarsi maggiormente alla persona con sclerosi multipla. Infatti consentono di poter proporre delle soluzioni, ad esempio di teleriabilitazione, e quindi mettere in contatto il paziente con l’operatore e poter effettivamente fare i trattamenti anche a distanza. Quindi la ricerca anche in quel campo può dimostrare effettivamente quanto soluzioni domiciliari di riabilitazione basate su tecnologie digitali possano effettivamente essere utili ed essere comparabili con quelle che sono i trattamenti invece che vengono eseguiti normalmente in ambulatorio”.
Mentre Mirjam Bonanno dell’IRCCS Neurolesi di Messina: “La ricerca consente grazie a studi scientifici, a metodologie rigorose dal punto di vista scientifico, di tradurre un problema clinico: problemi ad esempio riguardanti la diagnosi di una patologia, la terapia, come strutturare un intervento terapeutico. La ricerca in riabilitazione serve a tradurre tutti questi quesiti in qualcosa di pratico. Vi è stata una crescita esponenziale della ricerca scientifica nell’ambito della riabilitazione che si traduce in percorsi terapeutici riabilitativi personalizzati in base ai bisogni del singolo paziente e della sua famiglia. Grazie alle innovazioni tecnologiche sviluppiamo strategie accessibili a tutti i pazienti, cercando di limitare le barriere che possono ostacolare un processo riabilitativo. Ad esempio barriere demografiche, penso alla teleriabilitazione, che permette a pazienti che vivono in zone rurali o in zone in cui un centro riabilitativo è a chilometri di distanza di offrire un trattamento riabilitativo che non sia inferiore alla qualità di un trattamento riabilitativo tradizionale. La realtà virtuale, la teleriabilitazione sono strumenti che consentono al paziente di immedesimarsi in un ambiente simulato, un ambiente 3D virtuale e consentono il miglioramento delle funzioni motorie tramite un maggiore coinvolgimento emotivo e motivazionale”.
Sono intervenuti tra gli altri la professoressa Adriana Tisano e il professor Demetrio Milardi dell’Università degli studi di Messina, la dottoressa Daniela Amato e il dottor Roberto Materia dell’AOU “G. Martino” di Messina ed ancora la dottoressa Maria Cristina De Cola e il dottor Paolo de Pasquale dell’IRCCS Neurolesi di Messina e il dottor Alex Martino Cinnera del’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma; il professor Calogero Foti dell’Università Tor vergata di Roma e il professor Giampaolo Brichetto dell’Area scientifica della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla.