Da un anno il mondo è cambiato la pandemia ha colpito tutti costringendoci a rivedere i nostri stili di vita e mettendo in discussione quelle certezze sociali e relazionali che nel corso dei secoli si sono ben delineate e affermate.
Il Governo Nazionale ha imposto a suon di DPCM una impressionante serie di nuove regole che hanno stravolto l’idea stessa di socialità e sicurezza, oltre che dei cittadini anche delle aziende e degli esercizi commerciali ed artigianali.
Per contrastare il diffondersi del Virus, a tutto il mondo imprenditoriale commerciale ed artigianale e stato imposto dal Governo Nazionale l’obbligo di investire, anche ingenti somme di denaro, per adeguare i propri spazi ed ambienti ad una maggior sicurezza.
Obbligando tutto il mondo produttivo ad attenersi a quelle norme che hanno imposto l’acquisto di mascherine, sanificatori, schermi protettivi, sanificazione dei locali e distanziamento delle persone presenti all’interno delle loro strutture con la conseguenziale diminuzione della presenza di clienti e relativa perdita di fatturato.
Di tutte queste misure atte al contenimento della pandemia, sembrerebbero in qualche modo escluse le Poste Italiane visto che per evitare la diffusione del virus, in piena autonomia, obbligano i loro utenti a rimanere all’esterno dei loro uffici creando indicibili assembramenti.
Ma non soddisfatti di questa scellerata scelta, nemmeno hanno ritenuto necessario, civile, e di aiuto sociale, posizionare all’esterno un distributore del turno, costringendo gli utenti ad arrangiarsi con ridicoli foglietti volanti appesi in prossimità degli ingressi che si prestano a dar vita a litigi e discussioni in grado soltanto di esasperare gli animi.
Un utente che rimane anche delle ore all’esterno dell’ufficio, e che in queste ore ha intavolato varie discussioni su ipotetiche regole per la gestione dei turni, che si è dovuto scontrare con “l’intelligentone” del giorno che ritiene di avere ragione solo lui e quindi ha il diritto “divino” di scavalcare la fila; quando riesce alla fine ad entrare, la sua psiche sarà così sconvolta, che ne subirà le conseguenze anche il malcapitato addetto allo sportello.
Addetto allo sportello che a causa di queste elevate e continue tensioni sociali, scatenate da una gestione sicuramente errata, svolgerà male il proprio lavoro e sarà soggetto a pesante stress, costringendolo a rimanere sempre più spesso a casa per curarsi, con ulteriore danno verso l’azienda delle Poste che si troverà a gestire un eccesso di stress tra i propri dipendenti.
Non ultimo ma di fondamentale rilevanza è l’aspetto sicurezza e anti pandemia che chiaramente non viene in alcun modo rispettato dagli assembramenti che si creano senza alcuna regola e criterio davanti agli uffici postali.
Ricordiamo a tutti noi che la maggior parte degli utenti degli uffici postali sono persone con una età avanzata che subendo la violenza di una errata organizzazione del servizio, sono costretti a stare per ore al freddo ed alla pioggia senza alcun accorgimento per proteggere la loro salute.
Inoltre riceviamo conferma da tanti utenti delle Poste Italiane che la famosa APP, tanto sbandierata come la panacea di tutti i mali, nella realtà non funziona nel modo sperato e non ha assolutamente risolto il problema delle lunghe code nei marciapiedi.
In tempi di COVID, in cui tutti siamo chiamati a fare la nostra parte per poter superare al meglio questa tragica fase, e le aziende sono state costrette ad effettuare ingenti investimenti per garantire la sicurezza dei propri clienti e dei propri dipendenti, non riusciamo a comprendere come mai le Poste Italiane non hanno trovato una soluzione idonea a risolvere questa vergogna delle file “faidate” lungo i marciapiedi nel pieno spregio della dignità degli esseri umani siano essi anziani, diversamente abili o donne in gravidanza.
Con la presente nota l‘Associazione Rete Sociale Attiva con il Suo Presiedente Regionale Sicilia Dr. Andrea Monteleone e i colleghi responsabili delle strutture provinciali Dr.ssa Cetty Moscatt, Dr.ssa Serena Giuliano, Avv. Stefania Virga, Avv. Marzia Giacalone, Sig. Ignazio Parrinello, Sig. Massimo Corsaro, Avv. Giuseppe Bosciglio e Dr. Franco Lipari chiedono un tempestivo intervento risolutore del problema evidenziato affinché tale mancanza di controllo e sicurezza non si trasformi in ulteriore veicolo di contagio mettendo a rischio tutta la popolazione siciliana.
La Direzione Regionale RSA Sicilia
Gloria Tuttolomondo