Come spesso accaduto nella storia della Sicilia, quello che poteva rappresentare un miglioramento generalizzato della qualità della vita per tutti i cittadini e una più efficace tutela del territorio, le energie rinnovabili e il fotovoltaico, si sta trasformando in un’enorme speculazione e una irreparabile devastazione ambientale.
L’ordine di grandezza è di impianti fotovoltaici per migliaia di ettari (erano circa 14000 nel 2021 per 209 progetti presentati) che rischiano di saccheggiare altrettanti terreni agricoli, spesso produttivi ma incapaci di reggere ai facili guadagni dell’ondata speculativa.
Ultimi in ordine di tempo sono due megaimpianti fotovoltaici, uno di 400 ettari nel ragusano e un altro di 300 ettari nel nisseno, in procinto di essere approvati e che avranno un impatto devastante su un territorio particolarmente pregiato, senza lasciare nessuna ricaduta positiva per la nostra terra. Anche l’energia e i profitti finiranno in impianti e tasche lontani. Ancora una volta la Sicilia è terra di conquista e di saccheggio con la complicità e l’assenzo del notabilato politico locale, a partire dall’ineffabile Presidente regionale Schifani, pronto a genuflettersi ai diktat di Confindustria e a calpestare le comunità locali e la tutela dell’ambiente e del paesaggio, umiliando un proprio assessore e defenestrando il presidente della Commissione tecnica specialistica, Angelini. Non certo dei pericolosi ambientalisti. Il profitto prima e al di sopra di tutto. Le regole, le leggi, perfino il buon senso, devono essere piegate e messe a servizio dei profitti e delle speculazioni di pochi “prenditori” che, come già accaduto, passata l’euforia speculativa lasceranno il deserto e, cosa irreparabile, comprometteranno per sempre la bellezza e la vocazione agricola del territorio, uniche vere e remunerative risorse economiche.
È evidente che non si tratta di reperire energia rinnovabile e di creare nuove opportunità di sviluppo, perché si potevano ottenere gli stessi risultanti energetici e maggiori ricadute economiche prevedendo l’insediamento delle strutture fotovoltaiche su spazi di servizio e strutture inutilizzate ed abbandonate (tetti di capannoni industriali, agricoli, scuole, ospedali, cave e discariche) e creando comunità energetiche con zero impatto sui terreni agricoli e sul paesaggio e garantendo gli introiti alle collettività locali. Ma si preferiscono i grandi investimenti speculativi perché gli introiti debbono andare a pochi grandi “prenditori” (spesso nel Nord Italia) e ad alimentare quel sottobosco di ceti parassitari (politici, professionisti, faccendieri, ecc.) che su questo tipo di interessi e clientele hanno fatto le loro fortune.
Da parte nostra ci sarà la più decisa ed energica resistenza in tutte le sedi e ad ogni livello per fermare questo scempio. Chiediamo perciò a tutte le persone, le associazioni, le forze politiche, culturali e sociali di mobilitarsi per tutelare il nostro territorio e per l’immediata sospensione dell’iter autorizzativo di questi dannosi impianti fotovoltaici. Occorre fermare tutti i progetti speculativi e regolamentare la costruzione dei grandi impianti incentivando, anche con finanziamenti regionali, un grande progetto di decentramento e risparmio energetico che veda come protagonisti tutti i cittadini e le comunità energetiche. Per ogni tetto un pannello! Per azzerare l’impatto ambientale e per rendere ogni città energeticamente autosufficiente e sostenibile il costo dell’energia anche per le fasce popolari.
Nicola Candido, Segretario regionale della Sicilia
Alessandra Cappello, Responsabile regionale Ambiente
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea