Congiuntura Confcommercio di aprile: nel secondo trimestre del 2022 Pil -0,5% mensile e inflazione +6,3% su base annua. Nella filiera turistica i consumi restano ancora sotto di oltre il 30% rispetto ai livelli pre-crisi…
L’incertezza resta la componente principale del quadro economico di questa prima parte del 2022. Anche il secondo trimestre, dopo che ormai è chiaro a tutti che il primo trimestre dell’anno in corso sarà archiviato con un segno negativo per il Pil, si è aperto all’insegna degli interrogativi sulla profondità e sulla durata che potrà assumere l’attuale fase di rallentamento dell’economia. Commentando i numeri della Congiuntura Confcommercio di aprile, il direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, ha sottolineato che “il conflitto in Ucraina ha esacerbato e reso più estesi nel tempo una serie di impulsi negativi preesistenti e le tensioni inflazionistiche non sono più definite transitorie”. “Ben prima del conflitto in Ucraina- ha aggiunto Bella– si erano accumulate tensioni sulle materie prime, energetiche e non, il cui impatto sui prezzi al consumo e sui costi variabili delle imprese si avvertiva con inequivoca evidenza già nella parte finale dello scorso anno. D’altra parte, la ripresa, seppure abbastanza diffusa, non stava coinvolgendo nella stessa misura i diversi settori produttivi, trascurando le filiere del turismo, della socialità, della convivialità”.
Nel confronto con marzo 2021, l’ICC registra una variazione del +4,8%, frutto di una crescita del 44,8% per i servizi e di un calo del 3,9% per i beni. Rispetto allo stesso mese del 2019, però, la domanda, nel complesso, è ancora mediamente inferiore dell’11,8%, con i citati servizi legati al turismo che pagano una distanza percentuale rispetto ai livelli pre-crisi di oltre il 30%. I tempi per il completo recupero si dilatano: il traguardo deve essere posticipato a fine 2023.
Grazie al rimbalzo registrato in febbraio dalla produzione industriale ela buona crescita dell’occupazionele stime sul PIL del primo quarto del 2022 vengono riviste da -2,4% a -1,1% rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno.
Secondo Bella, “il calo dei prezzi dell’energia e del gas e le misure di contrasto adottate dal Governo, come la riduzione temporanea dell’accisa sui carburanti, dovrebbero comportare un ridimensionamento delle dinamiche inflazionistiche per il mese di aprile, quando la variazione congiunturale dei prezzi si fermerebbe allo 0,1% corrispondente a un incremento su base annua, del 6,3%”. “Il fenomeno resterebbe limitato nel tempo- ha concluso il direttore dell’Ufficio Studi– mentre l’inflazione supererebbe il 7% tendenziale all’inizio dell’estate, mentre in autunno, nell’ipotesi di assenza di ulteriori shock negativi, comincerebbe la fase di rientro delle tensioni su prezzi e costi”.
La tendenza al rallentamento dell’economia si è confermata anche ad aprile. Il Pil dovrebbe registrare nel mese in corso una riduzione dello 0,5% su marzo. Nel confronto annuo la variazione si attesterebbe al 2,9%. Il dato, che segue già un primo trimestre negativo, conferma di timori sulla difficoltà di raggiungere nel 2022 una crescita prossima al 3%.
A marzo 2022 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala un incremento, su base annua, del 4,8%, confermando l’attenuarsi della tendenza al recupero. Il confronto continua a risentire delle diverse condizioni in cui hanno operato le imprese nel 2021 e nel 2022, situazione che ha portato ad una variazione del 44,8% della domanda relativa ai servizi. Per quanto riguarda i beni il confronto con marzo 2021 indica un calo del 3,9%. La tendenza al ridimensionamento della domanda è confermata anche dai dati destagionalizzati, che segnalano, nel complesso del primo trimestre del 2022, una riduzione dello 0,9% rispetto all’ultimo quarto del ’21. Nel confronto con marzo 2019 la domanda, calcolata nella metrica dell’ICC, risulta ancora inferiore dell’11,8%. Per i servizi il calo si attesta al 24,4%.
Per quel che riguarda l’andamento dei prezzi al consumo, si stima per il mese di aprile 2022 una variazione dello 0,1% in termini congiunturali e del 6,3% su base annua. Il moderato rallentamento atteso per il mese in corso, che segue il deciso incremento di marzo, è frutto degli interventi sugli energetici regolamentati e non (diminuzione dei prezzi dell’energia e del gas e temporanea riduzione sull’accisa dei carburanti). Secondo l’Ufficio Studi, “il permanere di tensioni sui mercati delle materie prime, associati ai primi segnali di diffusione delle tensioni a settori diversi dall’energetico, portano a ritenere l’andamento di aprile come un dato episodico e non come l’inizio di una fase di rientro”.