Flette del 2,2% l’editoria italiana di varia – romanzi e saggi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione – nei primi 4 mesi dell’anno rispetto al 2023, con 465,6 milioni di euro di vendite a prezzo di copertina. La flessione a copie è stata del 3,5%, con 30,1 milioni di copie vendute. Rispetto al 2019, la crescita a valore è stata del 15,1% e a copie dell’11,7%.
“I dati che presentiamo oggi – ha spiegato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Innocenzo Cipolletta – ci dicono due cose: la prima è che l’editoria italiana è una industria solida che ha in larga parte stabilizzato la crescita del post pandemia grazie a un’offerta capace di intercettare nuovi bisogni di lettura. È significativa la crescita dell’autorialità italiana, senza ovviamente nulla togliere al ruolo importantissimo delle opere straniere pubblicate in traduzione e che ci permettono di conoscere meglio il resto del mondo. È un riconoscimento per i nostri scrittori e significa che gli editori hanno costruito professionalità e competenze sul territorio che si traducono in titoli di successo per il mercato nazionale e, in prospettiva, anche per l’estero. La nostra partecipazione a Francoforte 24 come Ospite d’Onore valorizzerà ancora di più e ancora meglio questo patrimonio in chiave di internazionalizzazione”.
“La seconda – prosegue Cipolletta – è che gli editori si muovono però su un terreno ancora fragile: capiremo nei prossimi mesi se i segni meno che vediamo in questa prima parte dell’anno saranno ampliati, e in quale misura, dal venir meno o dalla modifica di misure a sostegno della domanda quali il fondo speciale per le biblioteche e le Carte Cultura e del Merito. Certamente il nostro rimane un Paese dove si legge ancora troppo poco e che è caratterizzato da forti diseguaglianze negli indici di lettura, soprattutto tra Nord e Sud, un tema su cui serve un forte intervento pubblico”.
L’analisi e rielaborazione dell’ufficio studi AIE sulla base di dati Nielsen BookScan e altre fonti è stata presentata al Salone Internazionale del Libro di Torino nel convegno “Il mercato del libro nei primi mesi del 2024”, in collaborazione con Aldus Up, il programma europeo finanziato dalla Commissione Ue tramite Europa Creativa. Sulla base dei numeri illustrati dall’ufficio studi di AIE, dopo l’intervento di Innocenzo Cipolletta, si sono confrontati Lorenzo Armando (vicepresidente AIE e presidente del gruppo Piccoli editori di AIE), Alessandra Carra (Gruppo Feltrinelli), Andrea Giunti (Gruppo Giunti), Renata Gorgani (vicepresidente di AIE e presidente del gruppo editoria di varia di AIE), Caterina Marietti (Bao Publishing), Stefano Mauri (Gruppo editoriale Mauri Spagnol) ed Enrico Selva Coddè (Gruppo Mondadori). Ha moderato Sabina Minardi (L’Espresso).
Le ragioni della flessione del 2024. Diverse politiche di lancio da parte degli editori rispetto al 2023 e flessione dei manga sono tra le ragioni del segno meno del mercato in questa prima parte dell’anno. In particolare, le vendite dei top 10 mensili da gennaio ad aprile sono state inferiori rispetto all’anno precedente di 90mila copie che valgono 2,5 milioni di euro a prezzo di copertina. Il numero delle novità pubblicate è calato del 4,6% rispetto l’anno precedente. Il mercato dei manga è in flessione del 18,4%, con vendite inferiori rispetto all’anno scorso per 3,3 milioni.
Inflazione e prezzi di copertina. Se guardiamo invece al prezzo medio di copertina del venduto, è aumentato dell’1,4% nei primi quattro mesi del 2023 contro un indice dei prezzi al consumo che da gennaio a marzo (ultimo dato disponibile) segna più 1,2%. Tra il 2019 e il 2024 la crescita del prezzo di copertina dei libri venduti è stata del 3% contro un’inflazione del 16,5%.
Le vendite per canali: crescono le librerie. Le librerie fisiche si piazzano in prima posizione con una quota del 54,8% sul venduto totale, rispetto a un minimo del 49,6% toccato nel 2021, ma comunque lontane dal 65,9% del 2019 prepandemia. L’online è al 40,7% contro il massimo del 45% toccato nel 2021, ma molto sopra il 27% del 2019. La grande distribuzione organizzata cala ancora ed è oggi al 4,5%.
Cresce l’autorialità e il romanzo italiano. Nei primi quattro mesi del 2024 l’autorialità italiana guadagna quote e cresce in controtendenza rispetto alla media del mercato. Su 445,3 milioni di euro di vendite a prezzo di copertina nelle librerie fisiche e digitali (è qui esclusa la grande distribuzione), 250,2 milioni sono di libri di autori italiani (più 1,3% rispetto al 2023), 195,1 milioni di euro sono di libri di autori stranieri (-5,6%).
Nei primi quattro mesi dell’anno la narrativa italiana cresce dell’8% e quella straniera del 3,1%. In calo del 3,1% i libri per bambini e ragazzi, del 3,9% la manualistica, del 4,1% la saggistica specializzata, del 5,7% la saggistica generale e di divulgazione, dell’11,1% i fumetti (che però rispetto al 2019 crescono del 161,8%). Significativi i numeri del romance: i libri scritti da autrici italiane crescono del 48,7% raggiungendo il 52,6% del totale, mentre calano le vendite di autrici straniere (-15,5%). Complessivamente il romance cresce del 9,3%.
L’internazionalizzazione dell’editoria italiana. Vendita diritti, coedizioni e marchi editoriali operanti sui mercati esteri sono i tre poli intorno ai quali si articola l’internazionalizzazione dell’editoria italiana. I diritti venduti all’estero passano dai 1.800 del 2001 ai 7.889 del 2022, ultimo anno di rilevazione. Nello stesso arco di tempo, i diritti acquistati passano invece da 5.400 a 9.423. I libri per bambini e ragazzi sono il genere più venduto (35%), seguito dalla saggistica generale (20%), narrativa (19%) e manualistica (9%). Per quanto riguarda invece le aree geografiche, la vendita diritti è verso altri Paesi europei nel 62% dei casi, segue Asia con il 18%, Sud e Centro America con il 6%, Medio Oriente il 5%. I primi cinque mercati europei di esportazione sono Spagna, Francia, Polonia, Grecia e Germania. Le coedizioni nel 2022 sono state 1.716. Nell’84% dei casi riguardano libri per bambini e ragazzi, nel 93% riguardano altri editori europei e nel 2% asiatici.