Libera Scelta Emilia Romagna: a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, giornali e telegiornali tornano a parlare di vaccini e Legge Lorenzin: amministrazioni comunali e dirigenti scolastici si preparano a far decadere tante iscrizioni di bambini che fino a giugno hanno tranquillamente frequentato nidi e materne della nostra Regione.
L’interpretazione di questa legge, approvata con furia inaudita e in assenza di reale emergenza, non è mai stata chiara: da subito si sono susseguite numerose circolari nel tentativo di coprire evidenti lacune. Non sorprende, quindi, che venga applicata in maniera disomogenea: ogni amministratore, ogni dirigente scolastico ha libertà di azione – ha specificato martedì la Regione Emilia Romagna
. Capita quindi che ci siano comuni, come Rimini, assolutamente intransigenti e sordi alle motivazioni dei genitori, e altri, come Ferrara, dove è stato annunciato che nessuno sarà escluso.
In vista dell’apartheid scolastico a danno di migliaia di bambini e bambine, nel clima delicato che vede famiglie molto consapevoli rivolgersi ad aziende sanitarie reticenti e latitanti, il nascente coordinamento regionale per la libertà di scelta – già conosciuto per aver portato in piazza a Rimini il famoso virologo prof.Giulio Tarro – continua ad evidenziare le contraddizioni di un sistema che, anziché dare risposte, si contrappone duramente a famiglie che vogliono decidere in maniera consapevole sui trattamenti sanitari a cui sottoporre i figli e chiedono di saperne di più.
Sono stati posti pubblicamente, con buona visibilità sulla stampa e in attesa di risposta, importanti incongruenze e interrogativi che Ausl rifiuta di affrontare: come mai si negano i decessi causati dai vaccini che le stesse Ausl hanno riconosciuto e risarcito? Perché non si attua la raccomandazione, scaturita da Commissioni Parlamentari, che sconsiglia troppe vaccinazioni multiple? Come è possibile ignorare un report ufficiale che attesta reazioni avverse gravi nel 3% dei vaccinati?
A questo proposito, al nostro coordinamento preme fare maggior luce e dare ulteriori elementi di riflessione diffondendo un documento ormai pubblico in cui, internamente, si ammette in maniera candida che l’inadempienza agli obblighi informativi dell’Ausl (Romagna, in questo caso) è del tutto volontaria, deliberata e premeditata. Nella lettera, datata 10 maggio 2018, si cita apertamente un fantomatico “gruppo aziendale di coordinamento” che avrebbe dato disposizioni per “non fornire risposta alle innumerevoli ulteriori domande di informazione pervenute con Raccomadata AR successivamente all’effettuazione del colloquio”.
Il nostro coordinamento, composto da migliaia di famiglie inclusi medici, farmacisti e biologi, trova grave la presa di posizione dell’azienda sanitaria su un tema così delicato. Davvero i doveri informativi dell’Ausl si esaurirebbero col descrivere il calendario vaccinale e indicare un paio di siti web? Davvero non ha nessuna importanza essere aggiornati su studi scientifici recenti, relazioni parlamentari, report che evidenziano reazioni avverse, sentenze su bambini deceduti o gravemente danneggiati in seguito alla somministrazione di vaccini? Ausl
pare interessata solo all’efficienza, come in una spietata catena di montaggio.
I genitori sono stritolati tra medici che fanno “muro” rifiutando di fornire informazioni complete, e amministratori e dirigenti scolastici liberi di interpretare la legge a modo loro. Molti di questi genitori vedranno i figli subire l’esclusione da percorsi scolastici già avviati, senza peraltro alcuna ragione medica obiettiva. Intendiamo denunciare con forza questa situazione paradossale, e lo faremo in tutte le sedi possibili.
Libera Scelta Emilia-Romagna