Prosegue l’offensiva di magistratura e forze di polizia nell’emergenza Covid-19. Nella scorsa settimana l’azione corale di inquirenti e investigatori ha portato a brillanti risultati su più fronti: dalla lotta alla criminalità organizzata e alle sue attività illecite al contrasto al traffico internazionale e allo spaccio di sostanze stupefacenti e alla repressione dei tentativi dei sodalizi criminali di approfittare delle attuali difficoltà economiche e finanziarie di cittadini e imprese.
In particolare, la concessione di prestiti usurai a famiglie, lavoratori autonomi e piccoli imprenditori operanti in ambito locale fino ad assumere il controllo di piccole e medie aziende e alla acquisizione di pacchetti azionari.
Le operazioni di polizia giudiziaria più importanti: l’arresto di alcuni appartenenti ad associazioni mafiose nel trapanese, tra cui alcuni con l’accusa di aver favorito la latitanza del boss Matteo Messina Denaro; contro il clan Casamonica a Roma, 20 ordinanze di custodia cautelare ed il sequestro di 20 milioni di euro; contro l’ ndrangheta a Reggio Calabria con misure cautelari personali e patrimoniali e il sequestro di beni per oltre 5 milioni di euro; a Palermo sequestrate società, quote sociali e disponibilità finanziarie per oltre 4 milioni di euro e ordinanze di custodia cautelare per riciclaggio e bancarotta fraudolenta; a Napoli arrestati pregiudicati accusati di aver praticato prestiti con interessi fino al 275% ad imprenditori in stato di necessità; eseguite 14 ordinanze di custodia cautelare e sequestrati beni e disponibilità finanziarie per 6 milioni e 700 mila euro per frode nel settore delle accise; contro il traffico internazionale di stupefacenti, sequestrati a Lecce oltre 300 Kg di droga; a Napoli sequestrate 3 tonnellate di hashish e 190 Kg di pasticche di amfetamine per un valore di mercato di oltre 40 milioni di euro.
Le operazioni – condotte, sotto il coordinamento delle locali procure, da centinaia di donne e uomini della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza, con il supporto di strutture e reparti speciali – hanno ricevuto il plauso e l’apprezzamento del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese che ha evidenziato «la professionalità e la determinazione mostrate nel combattere le più pericolose organizzazioni criminali e sottrarre terreno ai loro affari illegali e fronteggiare i tentativi criminali di approfittare di questa crisi utilizzando la disponibilità degli ingenti capitali accumulati con le tradizionali attività illecite».
Questa intensa attività di polizia giudiziaria è evidenziata dai dati della direzione centrale della Polizia criminale del dipartimento della Pubblica sicurezza: dal 1° gennaio al 31 maggio 2020, sono state portate a termine 45 importanti operazioni contro la criminalità organizzata, con l’’esecuzione di 709 misure cautelari. In particolare: Cosa Nostra/Stidda, 10 operazioni con 286 arresti; ‘Ndrangheta, 7 operazioni con 152 arresti; Camorra, 19 operazioni con 171 arresti; criminalità organizzata pugliese, 9 operazioni con 100 arresti.
Dall’inizio dell’anno al 21 giugno sono stati sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali beni per un valore complessivo di 480 milioni di euro (305 milioni i beni sequestrati e 175 milioni quelli confiscati).
Si tratta – ha sottolineato la titolare del Viminale – di operazioni «che intervengono in una situazione di criticità finanziaria di famiglie e aziende, che costituisce uno scenario di indubbio interesse per la criminalità organizzata per cogliere nuove opportunità di investimento».
Le associazioni criminali così possono finire per assumere un’accresciuta sfera di influenza in attività di impresa in precedenza non infiltrate e rafforzare il welfare mafioso per ampliare la base di consenso sociale. Ed è in tale contesto – ha dichiarato il ministro Lamorgese – è significativo l’ingente sequestro di immobili, partecipazioni societarie e attività commerciali. «Aggredire i patrimoni illecitamente accumulati consente di ridurre sensibilmente la forza finanziaria dei clan e di restituirli alle collettività in un percorso di ripristino della legalità».
La criminalità organizzata, nell’offrire sostegno economico a famiglie in difficoltà e proponendosi come benefattrice, intende creare situazioni di dipendenza, da riscattare a tempo debito. Naturalmente, il rischio è concreto anche per gli imprenditori in difficoltà, ancor più bisognosi di liquidità per mantenere viva l’azienda, per pagare i dipendenti, per far fronte ai debiti e alle spese di gestione. Su di loro incombe il rischio dell’usura, dapprima – anche a tassi ridotti – finalizzata a garantire una qualche forma di sopravvivenza e, successivamente, sotto forma di pressione estorsiva, fino all’espropriazione dell’attività. Proprio per contrastare questo fenomeno, il Comitato di solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura, presieduto dal Commissario straordinario del Governo, ha disposto, nella seduta dello scorso 18 giugno, l’assegnazione di 1 milione di euro dal Fondo solidarietà. Salgono, così, a 10 milioni di euro i contributi assegnati dal mese di gennaio 2020, di cui 7,3 milioni nella fase dell’emergenza Covid-19.