Nel 207° Anniversario di fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria intendiamo manifestare tutto il nostro disappunto verso il trattamento riservato a 37 mila servitori dello Stato, ogni giorno bistrattati da un Dipartimento del Ministero della Giustizia, quello dell’Amministrazione penitenziaria, che non è la Polizia Penitenziaria italiana – a dichiararlo è Mimmo NICOTRA Presidente Confederazione Sindacati Penitenziari (CON.SI.PE.).
Quest’anno faremo di tutto affinché, entro prossimo Anniversario, il Corpo possa festeggiare la propria liberazione da una Amministrazione matrigna e disinteressata al benessere dei Poliziotti Penitenziari.
Sospingeremo il Corpo, finalmente dotato di una propria classe dirigente professionale alla pari di quella delle altre Forze di Polizia, a sciogliere il penalizzante cordone ombelicale che lo vincola al Dipartimento di un Amministrazione civile, retta da magistrati e dirigenti civili, che della Polizia Penitenziaria non fanno parte.
Un DAP che dovrebbe seriamente occuparsi di detenuti ed internati, di progetti rieducativi, di reinserimento sociale e di edilizia penitenziaria e non già di governare una Forza di Polizia dello Stato – continua Nicotra – i risultati fallimentari dell’attuale sistema penitenziario sono sotto gli occhi di tutti: carceri sovraffollate, inumane e squallide che producono recidiva anziché riabilitare, che diventano “piazze di spaccio” e comunità aggressive e non già luoghi di ravvedimento, che registrano trend di mortalità in costante crescita (631 morti negli ultimi quattro anni).
Dal 1° gennaio 2024 ad oggi ben 21 persone detenute si sono tolte la vita nelle prigioni di Stato, così come 3 poliziotti penitenziari hanno deciso di farla finita con la propria pistola di ordinanza.
In questo penoso spaccato umano, privo di un adeguato sistema di gestione, chi segue le sorti dei detenuti e, soprattutto, chi ha a cuore il benessere della Polizia Penitenziaria?
Possiamo ancora illuderci di credere che il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria sia idoneo a gestire contemporaneamente detenuti e poliziotti?
Noi, quale Confederazione sindacale rappresentativa di migliaia di uomini e donne che rappresentano lo Stato indossando orgogliosamente l’uniforme della Polizia Penitenziaria, gridiamo con tutta la nostra voce BASTA!
LIBERIAMO LA POLIZIA PENITENZIARIA DAL DAP, depennando l’ingiusto, mortificante, anacronistico “inciso normativo” riportato nel comma 2 dell’art.1 della legge 395/1990, cosi da collocare il Corpo alle dirette dipendenze del Ministro della Giustizia, analogamente a quanto avviene per tutte le Forze di Polizia e Forze Armate italiane.