MALATTIA RENALE CRONICA: IL RUOLO CHIAVE DEL MEDICO DI BASE

CATANIA – «La malattia renale cronica è una sfida globale per la salute». Così esordisce Santina Castellino. già Direttore dell’Unità Operativa di Nefrologia dell’Ospedale Taormina e Componente del Consiglio Direttivo Fir (Fondazione Italiana del Rene), introducendo il focus “Malattia renale cronica. Quale approccio? Come prevenirla?”, che si è svolto nell’Aula Magna dell’AO Cannizzaro di Catania.
Il responsabile scientifico dell’evento fornisce numeri importanti riguardo una patologia che spesso è silente: «Sono affette dalla malattia renale cronica 850 milioni di persone nel mondo e in Italia 10% della popolazione. Spesso manca la consapevolezza di avere questa patologia. Noi medici la definiamo un “killer silenzioso”, perché può rimanere asintomatica anche negli stadi terminali. Per intercettarla precocemente è fondamentale la prevenzione, attraverso semplici esami delle urine e il dosaggio della creatininemia come screening». In un contesto in cui la malattia non dà segnali evidenti, diventa dunque cruciale la collaborazione tra specialisti e medici di medicina generale.
«È importante che il medico di medicina generale sia coinvolto attivamente nell’intercettare precocemente la malattia renale cronica – spiega il responsabile scientifico dell’evento formativo Giuseppe Distefano, MMG, segretario Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Catania e consigliere nazionale Sismed (Società Italiana Scienze Mediche) – Si tratta di una vera e propria patologia sociale che, come ha detto la collega, purtroppo viene spesso diagnosticata solo in fase avanzata. È quindi necessario che il medico di famiglia abbia un ruolo più centrale».

Il focus, patrocinato da OMCeO della provincia etnea, da Fir (Fondazione Italiana del Rene) e Sismed (Società Italiana Scienze Mediche), ha focalizzato l’attenzione sugli spetti epidemiologici e clinici della malattia e sui nuovi modelli di assistenza per l’individuazione precoce e la presa in carico della patologia a qualsiasi stadio o a rischio di sviluppo, con due sessioni che hanno visto protagonisti esperti del settore: Massimo Morosetti, Elisabetta Battaglia, Salvatore Randone, Maura Rovera, Salvatore Condorelli, Giuseppe Liberti, Carmela Ricotta, Antonio Granata, Angelo Ferrantelli, Antonino Gurgone, Roberto Scicali, Giuseppe Arcidiacono, Diana Cinà, Ottavia Sorace, Alessio Sturiale, Antonino Di Guardo, Vito Leanza, Antonino Rizzo, Paolo Giusa, Demetrio Spanti, Monica Insalaco e Giorgio Pulvirenti.
Per i saluti di benvenuto sono intervenuti Salvatore Giuffrida (direttore Generale AO Cannizzaro), Massimo Morosetti (presidente Fir – Fondazione Italiana del Rene) e Giuseppe Liberti (vicepresidente Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di CT). «Un paziente nefropatico può essere anche diabetico o iperteso – sottolinea Liberti – e solo un approccio multidisciplinare può restituirgli salute e qualità di vita».