Malattie tropicali neglette, all’IRCCS Negrar incontro OMS: un miliardo i casi nel mondo. Italia al 4° posto in Europa

Esperti Negrar: tenere alta l’attenzione anche in Italia perché le malattie sono un fenomeno globale e in più oggi la loro diffusione è facilitata dai cambiamenti climatici. Lo si è visto in pandemia quando nel nostro Paese è aumentato il numero di casi gravi di strongiloidosi, una parassitosi cui è positivo poco meno del1’1% degli anziani, a causa delle terapie cortisoniche contro il Covid, che hanno ‘slatentizzato’ l’infezione.

Occhi puntati anche sulla malattia di Chagas di cui l’Italia è il secondo paese europeo per diffusione e a cui è dedicato l’incontro del Gruppo Tecnico OMS che si terrà all’IRCCS Negrar. E’ necessario migliorare la sorveglianza epidemiologica nel nostro Paese estendendo anche altrove i percorsi diagnostico-assistenziali specifici per le malattie tropicali neglette, da sempre fiore all’occhiello dell’IRCCS veneto.

 

 

Verona, venerdì 27 gennaio 2023 – “Datemi i dollari spesi per due bombardieri e vi assicuro di sconfiggere la lebbra” così diceva negli anni ’70 il filantropo francese Raoul Follereau. Ma le sue parole ancora attuali possono essere estese a tutte le malattie tropicali neglette, che nel loro insieme colpiscono nel mondo oltre un miliardo di persone e causano oltre mezzo milione di morti l’anno.Si tratta di un gruppo eterogeneo di 20 malattie molte delle quali a carattere infettivo, causate da virus, batteri, funghi e tossine. Sono malattie ‘dimenticate’ dall’agenda politica e anche dalla ricerca scientifica, ‘invisibili’ all’opinione pubblica e diffuse tra le popolazioni povere e marginalizzate, che vivono in Paesi in via di sviluppo. Ma anche l’Italia non è immune con oltre 4000 casi l’anno, sottostimati rispetto alla reale incidenza, che è almeno 10 volte di più e colloca l’Italia al 4° posto per diffusione dopo Inghilterra, Francia e Germania. Dalla strongiloidosi all’echinococcosi, dalla dengue alla chikungunya, le malattie tropicali sono presenti anche nel nostro Paese in conseguenza della mobilità di persone, cibi, insetti e animali. Per migliorare la conoscenza, il monitoraggio e la gestione di queste patologie, in particolare la malattia di Chagas, di cui l’Italia è il 2° Paese in Europa per diffusione, in occasione della Giornata Mondiale del 30 gennaio, all’IRCCS Negrar si terrà un incontro internazionale del Gruppo Tecnico Informazione-Educazione-Comunicazione dell’OMS sulla malattia di Chagas. La mancata attenzione nei confronti delle patologie infettive ‘dimenticate’ infatti ne favorisce una sempre maggiore diffusione anche in Italia, dove già si sono verificate un’epidemia autoctona di dengue e due di chikungunya e dove nel periodo della pandemia è ‘ricomparsa’ negli anziani la strongiloidosi, una parassitosi a cui è positivo circa l’1% degli over 65 italiani. 

 

Questa patologia è stata inserita nell’elenco delle malattie tropicali neglette grazie al contributo del Negrar che negli ultimi dieci anni ha diagnosticato varie centinaia di casi, registrando la più alta casistica in Italia e una delle maggiori in Europa – spiega Dora Buonfrate, medico presso il Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali e Direttrice del Centro Collaboratore OMS sulla Strongiloidosi e altre e altre malattie neglette – Le persone positive al parassita responsabile di strongiloidosi sono in maggioranza anziani che vi sono venuti in contatto nei decenni scorsi, camminando a piedi scalzi in campagna o toccando terriccio contaminato da feci umane, due evenienze oggi molto meno probabili. I sintomi possono essere banali come un semplice prurito, ma se il paziente è immunodepresso la malattia può peggiorare fino a diventare fatale: è il rischio che è stato corso da alcuni durante la pandemia, quando in molti anziani le terapie cortisoniche per Covid-19 hanno abbassato le difese immunitarie e ‘slatentizzato’ la strongiloidosi. Un’adeguata sorveglianza e la diagnosi precoce sono le armi per combattere questa, ma anche le altre malattie tropicali neglette”.

 

La Giornata mondiale e l’incontro all’IRCCS di Negrar hanno proprio lo scopo di aumentare le conoscenze sulle malattie ‘invisibili’ e ‘dimenticate’, che sono provocate da agenti differenti (virus, batteri, parassiti) ma sono accomunate dall’essere più diffuse in zone povere, specialmente tropicali, con scarse risorse. “Tuttavia proprio la pandemia ci ha insegnato che la salute e la malattia oggi sono da considerare fenomeni globali: una patologia presente in una parte del mondo può rapidamente ‘viaggiare’ e raggiungere qualsiasi altro luogo grazie alla mobilità di persone, cibi, animali e con l’aiuto del cambiamento climatico – aggiunge Federico Gobbi, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali dell’IRCCS Negrar – Anche per questo l’OMS nella sua roadmap 2021-2030 prevede la riduzione del 90% del numero di persone che necessitano di interventi per le malattie tropicali neglette e del 75% della disabilità indotta da tali malattie, che è spesso grave, oltre che l’eliminazione di almeno due delle 20 patologie dimenticate, dracunculiasi e framboesia. Diminuire le infezioni e la circolazione delle malattie con un adeguato monitoraggio è infatti necessario per ridurre il pericolo a livello globale”.

 

L’incontro sarà poi l’occasione per fare il punto soprattutto sulla malattia di Chagas, il ‘killer silenzioso’ che uccide ogni anno 12.000 persone nel mondo contagiandone dai 6 ai 7 milioni. “Questa malattia è presente soprattutto in America Latina ed è trasmessa anche per via materno-infantile e attraverso trasfusioni di sangue – spiega Andrea Angheben, Medico Responsabile Clinico del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali IRCCS Negrar – La malattia di Chagas in Centro America uccide più della malaria, ma non può essere considerata un pericolo lontano perché può arrivare ovunque con i viaggi internazionali: per questo uno screening per le malattie tropicali neglette in categorie a rischio come viaggiatori internazionali o migranti è considerato fondamentale ed è anche meno costoso di quanto sarebbe necessario spendere, poi, per curare un paziente che manifestasse una patologia. Il Centro di Negrar prevede metodi diagnostici specifici e percorsi clinici assistenziali dedicati che sono frutto di anni di gestione di queste malattie, ma percorsi altrettanto adeguati non sono facilmente reperibili altrove in Italia”. 

“Per questo sarebbe opportuno anche aumentare le conoscenze nel settore, creando nella università di medicina una specialità della salute globale, i cui esperti possano misurarsi con le sfide di un mondo sempre più globalizzato, trovando anche le risposte più adeguate per limitare le future epidemie e pandemie” conclude Gobbi.