Il mese di settembre è stato segnato da una deciso peggioramento dell’andamento climatico con il verificarsi lungo la Penisola di dieci eventi climatici estremi al giorno tra trombe d’aria, bombe d’acqua, grandinate e nubifragi come quello ha provocato l’esondazione del Seveso e l’allagamento delle strade a Milano.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della nuova perturbazione del mese di settembre, sulla base della banca dati sugli eventi estremi ESWD che ha rilevato in Italia un totale di ben 88 eventi estremi a settembre, il triplo dello scorso anno.
Il maltempo non solo ha frenato il turismo ma ha colpito a macchia di leopardo le campagne dove – sottolinea la Coldiretti – si raccoglie frutta e verdura ed è in pieno svolgimento la vendemmia con la richiesta dello stato di calamità nei territori colpiti.
A beneficiare del maltempo è stata solo la raccolta dei funghi con la pioggia e l’abbassamento delle temperature che hanno creato le condizioni favorevoli alla crescita con la previsione di una stagione da record soprattutto al nord dove la raccolta sta facendo segnare in media un +50% rispetto allo scorso anno. Le perturbazioni hanno favorito la nascita dei funghi che – sottolinea la Coldiretti – per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali, una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all’interno del bosco.
Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che compromettono le coltivazioni nei campi con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
I cambiamenti climatici si abbattono su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire con il risultato è che – conclude la Coldiretti – sono saliti a 7275 i comuni complessivamente a rischio frane e alluvioni, il 91,3% del totale ma la percentuale sale al 100% per Liguria e Toscana mentre e al 90% per il Piemonte, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ispra.