Una violenta grandinata con chicchi grandi come noci si è abbattuta in Veneto tra Padova e la zona termale distruggendo in pochi minuti coltivazioni come il mais in fase di maturazione e facendo salire a milioni di euro la conta dei danni provocati in questo pazzo giugno all’agricoltura nazionale dal maltempo che ha colpito l’Italia da nord a sud distruggendo raccolti, sventrando serre, sradicando alberi, allagando campi, scoperchiando tetti e provocando frane e smottamenti.
E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in riferimento all’ultima allerta meteo della protezione civile in un mese di giugno anomalo segnato fino ad ora lungo la Penisola da ben 25 intense grandinate, piu’ del doppio dello stesso periodo dello scorso anno (+127%), secondo elaborazioni su dati dell’ European Severe Weather Database (ESWD).
Si tratta dell’ultima spallata del clima impazzito in una maledetta primavera che – sottolinea la Coldiretti – è iniziata con il gelo che ha compromesso le fioriture ed è proseguita con il caldo torrido e la siccità per andare a concludersi con le tempeste di vento e grandine che hanno sferzato dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte alla Toscana, dalla Puglia alla Sicilia.
In Italia si moltiplicano dunque gli eventi estremi in un 2020 che con una temperatura superiore di 1,41 gradi la media storica si classifica come il più caldo da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800 secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac-Cnr relativi al primo quadrimestre dell’anno.
Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
Un allarme confermato – conclude la Coldiretti – anche quest’anno dalla perdita lungo la Penisola di più un frutto su tre con il crollo dei raccolti dovuto all’andamento climatico, dalle pesche alle nettarine (-28%) fino alle albicocche (-56%), ed un rincaro dei prezzi al consumo.