MALTRATTAMENTO INFANTILE, EMERGENZA GLOBALE

Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “il maltrattamento infantile, in alcuni casi definito come abuso infantile e trascuratezza, include tutte le forme di maltrattamento fisico ed emotivo, abuso sessuale, trascuratezza e sfruttamento che risulti in effettivo o potenziale danno per la salute, lo sviluppo o la dignità dei bambini”. In particolare, con il termine “trascuratezza” si fa riferimento ad un’inadeguata attenzione da parte dei genitori o caregiver ai bisogni di bambini/e in termini di evolutivi, fisici, emotivi, sociali ed educativi.

 

Nel mondo nel 2015 circa tre bambini/e su quattro (1,7 miliardi di minori) hanno vissuto una qualche forma di violenza interpersonale[2]. In particolare, 1,3 miliardi di bambini/e sono stati sottoposti a qualche forma di punizione corporale, 261 milioni di scolari hanno sperimentato violenza da parte dei loro coetanei, mentre 100.000 bambini/e sono stati vittime di omicidio.

Come nel resto del mondo, anche in Europa il maltrattamento e la trascuratezza sono fenomeni diffusi e potenzialmente sottostimati. Secondo WHO-European Region, circa 55 milioni di bambini sono vittime di maltrattamento nell’Unione: nel 9,6% dei casi il maltrattamento assume la forma di abuso sessuale, nel 16,3% dei casi di trascuratezza fisica, nel 18,4% dei casi di trascuratezza emotiva, ed infine nel 22,9% dei casi di maltrattamento assume la forma di abuso fisico, nel 29,6% dei casi quella di abuso emotivo. Per quanto riguarda gli omicidi, si stima che il maltrattamento dei minori nell’Unione Europea sia la causa di più di 700 morti di bambini e bambine sotto i 15 anni di età che si potrebbero evitare ogni anno.

La maggior parte degli episodi di violenza sui bambini/e avviene all’interno della famiglia, che rappresenta quindi il luogo più pericoloso: tra il 60% e il 70% dei bambini/e tra i 2 e i 14 anni di età ha vissuto episodi di violenza emotiva da parte dei propri caregiver e nei soli Paesi industrializzati circa il 58% dei bambini/e ha subito una qualche forma di disciplina violenta in casa. La violenza sui minori arriva fino ai più piccoli: secondo dati raccolti in 30 Paesi, sei bambini su dieci tra i 12 e i 23 mesi sono soggetti a disciplina violenta e di questi almeno la metà è esposta ad abusi verbali[3]. La violenza contro i bambini/e è un fenomeno sottostimato: l’OMS ha infatti calcolato che per ogni caso di maltrattamento/violenza denunciato, ce ne siano almeno nove che non vengono alla luce.

 

Il maltrattamento dei bambini/e è, nel quadro complessivo delle emergenze sociali, il fenomeno forse peggiore, non solo per la sproporzione di forze tra il maltrattante e il maltrattato e per il tradimento della fiducia che i bambini/e ripongono negli adulti, ma anche, e forse soprattutto, per le conseguenze che si producono sulla salute dei maltrattati nel medio-lungo termine, sul loro equilibrio psico-fisico e, più in generale, su tutta la società. Gli ex bambini/e maltrattati, adulti di oggi che vivono sopportando un pesante fardello di dolore che influenza il loro modo d’essere, spesso scaricano sui figli il proprio disagio. Si viene a generare così un circuito vizioso di trasmissione intergenerazionale, che solo un intervento esterno, quale ad esempio quello dei servizi pubblici, può interrompere.

 

Al maltrattamento inoltre spesso si accompagna la trascuratezza: nel mondo il 16,3% dei bambini/e è vittima di negligenza fisica e il 18,4% di trascuratezza emotiva[4]. Gli effetti della trascuratezza possono manifestarsi con un ritardo nel raggiungimento delle principali tappe evolutive con disturbi dell’apprendimento oppure con un atteggiamento di eccessiva ricerca di affetto e attenzione da estranei (e il conseguente rischio di esposizione ad altri abusi), con un’iperautonomia, una forte chiusura, una sfiducia verso l’altro.

 

L’Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia[5] ha stimato che nel nostro paese 47,7 minorenni su 1.000 sono seguiti dai servizi sociali. Di questi si stima che i bambini/e vittime di maltrattamento siano 91.272, quasi 100.000. Il rapporto La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo (2017)[6] ha ancora messo in evidenza come la violenza domestica sia la causa principale della gran parte dei reati contro i bambini: nel 2016 infatti nel nostro Paese sono stati 1.618 i reati contro i bambini/e vittime di maltrattamento in famiglia (di cui il 51% bambine), con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente. Son aumentati inoltre in modo preoccupante (+23%) i bambini/e vittime di forme di disciplina violenta, mentre sono diminuiti lievemente gli abusi sessuali di minori di 14 anni (-11%), per l’80% bambine. La complessità di stimare quanti bambini/e siano effettivamente maltrattati in Italia, in tutte le forme con le quali si può definire il maltrattamento – dalla trascuratezza all’abuso – risiede spesso sia nella mancanza della volontà politica di approfondire il tema sia nella conseguente carenza di risorse necessarie per condurre un’indagine su scala nazionale. Il maltrattamento sui bambini/e è infatti la conseguenza ultima, estrema e troppe volte drammatica, di una situazione di disagio che coinvolge le figure genitoriali e il contesto familiare, ambientale e sociale nel quale i bambini/e crescono.

 

INDICE REGIONALE SUL MALTRATTAMENTO ALL’INFANZIA IN ITALIA

 

La seconda edizione dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia a cura di Cesvi, presenta un’analisi comparativa su base temporale della performance delle singole regioni italiane nella prevenzione e cura del maltrattamento dei minori rispetto al 2018. L’edizione aggiornata dell’Indice analizza, inoltre, il legame esistente tra maltrattamento infantile e povertà, quest’ultima presa in esame come povertà “materiale” e come povertà “educativa”.

 

PERCHÉ UN INDICE REGIONALE. L’IMPORTANZA DEL TERRITORIO E DELLA PREVENZIONE

Il livello territoriale offre prospettive e riflessioni utili sul tema e si può valutare come il contesto sociale ed economico delle varie regioni in Italia possa incidere, positivamente o negativamente, sul benessere dei bambini/e o, viceversa, sulla loro maggiore vulnerabilità a fenomeni di maltrattamento.

Emergono, infatti, fattori di rischio che creano presupposti importanti per scatenare il maltrattamento dei bambini/e nelle famiglie. Tali fattori riguardano sia i bambini/e maltrattati sia gli adulti maltrattanti e possono essere almeno in parte valutati attraverso indicatori statistici dei territori, quali ad esempio l’elevato livello di povertà delle famiglie, il basso livello di istruzione dei genitori, il consumo di alcol e di droghe da parte dei genitori, la disoccupazione o lo svantaggio socioeconomico.

Con riferimento a questi indicatori di contesto, si può poi analizzare quali servizi i territori mettano a disposizione in termini di politiche di prevenzione e di cura, rilevandone quindi la capacità di intervento e di efficacia.

 

La lettura del contesto territoriale rispetto ai fattori di rischio viene poi confrontata con la lettura regionale dei servizi che i territori hanno sviluppato per la prevenzione e il contrasto del maltrattamento. Il confronto tra l’indicatore di contesto e quello relativo alle politiche e ai servizi consente infine di mettere in evidenza la graduatoria/indice delle regioni che presentano condizioni migliori o peggiori rispetto alla vulnerabilità al maltrattamento dei bambini/e e la capacità delle amministrazioni locali di prevenire e contrastare questo fenomeno attraverso le politiche e i servizi.

 

CHE COS’È L’INDICE: LA METODOLOGIA DI INDAGINE

L’Indice sulla prevenzione e cura del maltrattamento all’infanzia è il risultato dell’aggregazione di indicatori statistici regionali in grado di restituire una lettura dei territori rispetto ai loro punti di forza e di debolezza nel proteggere i bambini/e. Si tratta quindi di un Indice di contesto che non rileva il numero di bambini/e maltrattati, ma valuta e confronta le regioni nella loro capacità di fronteggiare questo problema sociale.

L’Indice viene calcolato sulla base di 64 indicatori statistici, rappresentativi sia dei fattori di rischio che dei servizi pubblici territoriali, resi confrontabili grazie all’applicazione dell’algoritmo del QUARS e poi aggregati in sub-indici per arrivare poi all’Indice di sintesi complessivo. Sia i sub-indici che l’Indice finale restituiscono una classifica delle regioni, decrescente rispetto alla maggiore efficacia nel fronteggiare il maltrattamento ai bambini/e. Gli indicatori sono stati selezionati rispetto alla letteratura sui fattori di rischio e servizi (e politiche) aventi come target bambini/e vulnerabili al maltrattamento e adulti potenzialmente maltrattanti, e successivamente classificati rispetto a sei capacità che rappresentano la struttura portante dell’Indice: capacità di cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di acquisire conoscenza e sapere, di lavorare, di accedere alle risorse e ai servizi. Per ognuna delle sei capacità vengono elaborati i sub-indici con la classifica regionale relativi ai fattori di rischio e ai servizi. Le capacità di prendersi cura di sé e degli altri e di vivere una vita sana sono calcolati sia con riferimento a bambini/e vulnerabili al maltrattamento che agli adulti potenzialmente maltrattanti, mentre le altre capacità si riferiscono solo a quest’ultimo target. Vengono, infine, presentati i risultati dell’aggregazione complessiva relativa ai fattori di rischio e ai servizi, nonché l’Indice finale di sintesi di tutte le capacità.

[1] WHO, Child Maltreatment, http://www.who.int/topics/child_abuse/en/

[2] Know Violence in Childhood (2017b), Evidence Highlights 1, p. 1.

[3] UNICEF (2017), p.19.

[4] WHO (2014), Investing in children: the European child maltreatment prevention action plan 2015–2020, http://www.euro.who.int/__data/assets/

pdf_file/0011/282863/Investing-in-children-European-child-maltreatment-prevention-action-plan-2015-2020.pdf?ua=1

[5] Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, CISMAI, Fondazione Terre des Hommes Italia (2015).

[6] Terre des hommes (2017).