L’Italia, a causa di terremoti, alluvioni e frane, è sempre più esposta a rischi climatici ed idrogeologici. Nel 2021 sono stati più di 1400 gli eventi estremi, con un aumento del 65% per grandinate, nubifragi, bufere e tempeste di vento alternate a ondate di calore[1]. Operare nelle emergenze di protezione civile, con compiti di pronto soccorso sanitario, soccorso tecnico-logistico ed assistenza alla popolazione è la missione del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta – CISOM che, in occasione della Giornata internazionale per la Riduzione del Rischio dei Disastri Naturali (13 ottobre)[2], è impegnata a promuovere le buone pratiche che aiutano a prevenire possibili pericoli e incidenti.
Da 51 anni il CISOM risponde in maniera rapida e strutturata alle richieste di soccorso nell’ambito delle emergenze e ha costituito la Colonna Mobile Nazionale composta da oltre 3500 volontari, mezzi ed attrezzature sanitarie, logistiche per allestire entro 72 ore dall’emergenza campi di accoglienza per oltre 500 persone. “Nel momento in cui la sala operativa del Dipartimento della Protezione Civile attiva il CISOM, il tempo massimo di partenza delle prime squadre VePI – Valutazione e Pronto Impiego è di tre ore – dichiara Luigi Di Iorio, Responsabile della Colonna Mobile Nazionale e della Sala Operativa Nazionale del CISOM.
La Colonna Mobile è stata attivata molte volte negli ultimi anni, inclusi i terremoti del centro Italia del 2016 operando tra Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche, a L’Aquila nel 2009 e in Emilia-Romagna nel 2012, il crollo del ponte Morandi e nell’emergenza sanitaria da COVID-19. “Rispetto alle emergenze idriche o idrogeologiche che vedono il coinvolgimento delle unità di soccorso CISOM per un tempo limitato ad alcune settimane, quando si ha a che fare con un evento sismico sappiamo da subito che i tempi saranno più lunghi – racconta ancora Di Iorio – Nel 2009 a L’Aquila il CISOM è arrivato sul posto poco dopo il sisma ed è rimasto fino a dicembre. Otto mesi che hanno visto l’attivazione di quasi 2000 volontari e un grande dispiego di forze ed energie. Il CISOM, infatti, ha curato l’assistenza alla popolazione, organizzato e gestito autonomamente tutti i servizi di campi di accoglienza, sia dal punto di vista logistico (vettovagliamento, attendamento, servizi igienici ecc.) che sotto il profilo sanitario con assistenza medica, psicologica e veterinaria”.
Per un’adeguata risposta di protezione civile al verificarsi dell’evento, il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta dispone di mezzi adeguati, ma le attrezzature da sole non bastano per prendersi cura delle persone e del territorio in cui si interviene, fondamentale è l’elemento umano. Per questo il CISOM organizza periodicamente corsi di formazione ed esercitazioni che ricreano nel modo più dettagliato possibile una situazione di emergenza, utili per analizzare tempi, modalità ed efficacia delle varie attività operative. È il caso di Oktober Test, che si terrà dal 15 al 16 ottobre in Lombardia e vedrà più di 300 volontari impegnati su diversi scenari, da quello idraulico/ idrogeologico al chimico, dal rischio industriale fino ad arrivare alla ricerca dei dispersi.
Ma anche la consapevolezza dei cittadini e la conoscenza dei comportamenti più corretti ed efficaci aiutano a ridurre le conseguenze a cose e persone. “È importante sapere come comportarsi in determinate situazioni, non ci si può affidare solamente al caso. Per gestire un’emergenza, che si tratti di alluvione, terremoto, dissesto idrogeologico, l’invito che rivolgo alla popolazione è, innanzitutto, documentarsi e informarsi sui canali ufficiali della Protezione Civile Nazionale sulle buone pratiche da mettere in atto e, cosa altrettanto importante, conoscere il territorio in cui si vive o si soggiorna, per capire a quali possibili criticità andiamo incontro – spiega Di Iorio – Se mi trovo in una zona ad alto rischio sismico devo sapere che nel momento di una scossa devo cercare il luogo più vicino e sicuro dove attendere che termini e sono da evitare ascensori o scale, così come in caso di alluvioni non devo trovare riparo ai piani bassi delle abitazioni ma devo salire ai piani più alti e non devo passare o sostare vicino a corsi d’acqua o ponti”.
Per diffondere la conoscenza dei rischi e delle buone pratiche di protezione civile, anche quest’anno il CISOM aderisce all’XI edizione della campagna “Io non rischio” – promossa dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile – per sensibilizzare gli italiani sui rischi naturali che caratterizzano il nostro Paese. Conoscere le criticità, sapere quali sono i comportamenti da adottare prima, durante e dopo un evento calamitoso, aiutano a ridurre i danni in termini di vite e cose. Quest’anno, a causa della pandemia ancora in corso, la campagna sarà articolata in due modalità: in alcune piazze d’Italia, tra cui Brindisi, Brescia, Soverato, Reggio Calabria, Monasterace e Perugia i volontari del CISOM saranno presenti per sensibilizzare i cittadini sul rischio sismico, sul rischio alluvione e sul maremoto e in contemporanea su centinaia di “Piazze digitali”, diffonderanno la cultura della prevenzione.
[1] Analisi di Coldiretti su dati Eswd in riferimento al rapporto pubblicato dalla World Meteorological Organization (Wmo) che ha evidenziato come negli ultimi cinquant’anni i disastri causati da eventi meteo estremi sono aumentati di cinque volte con oltre due milioni di persone morte e perdite per un totale di circa 3640 miliardi di dollari.
[2] Promossa dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di valorizzare la capacità delle persone e delle comunità di ridurre i rischi di disastri naturali e diffondere conoscenze e consapevolezza sull’importanza delle pratiche di prevenzione e mitigazione.