In occasione della visita della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Lampedusa, Save the Children esorta le istituzioni a mettere in campo una risposta coordinata tra gli Stati Membri dell’Unione Europea basata sui diritti umani.
Ancora una volta sono le persone più vulnerabili – soprattutto i minori che arrivano non accompagnati, inclusi bambini molto piccoli, le persone sopravvissute alla violenza di genere e le vittime di tortura e trattamenti inumani e degradanti – a pagare il prezzo di anni di mancanza di politiche coordinate tra gli Stati membri dell’Unione Europea. Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, sottolinea ancora che finché le politiche di deterrenza e il controllo dell’immigrazione prevarranno, queste situazioni sono destinate a ripetersi.
La UE e Paesi Membri devono cooperare e coordinarsi per soccorrere le persone in difficoltà nel Mediterraneo, a partire dalla messa in campo di un sistema europeo strutturato di ricerca e soccorso in mare, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale e dando una risposta congiunta che dimostri la solidarietà europea sancita nei suoi valori fondamentali.
Ciò che è accaduto nei scorsi giorni a Lampedusa, dove a causa della situazione di eccezionale sovraffollamento le autorità hanno avuto difficoltà persino a fornire adeguatamente cibo e acqua alle persone appena arrivate, e di conseguenza queste ultime non hanno potuto godere dei loro diritti fondamentali, richiama l’Europa e i suoi Stati Membri a una responsabilità condivisa rispetto alla tutela delle persone che fuggono da guerre, violenza, povertà estrema, primi tra tutti i minori.
Esortiamo, inoltre, il Parlamento e il Consiglio europeo a mettere al centro delle negoziazioni sul Patto Asilo e Migrazione la protezione e rispetto dei diritti dei minori, a partire dalla velocizzazione e dalla semplificazione dei ricongiungimenti familiari, dal rafforzamento delle vie legali per ottenere protezione in Europa e dalla previsione di meccanismi obbligatori di relocation. Tutte queste sono strategie necessarie affinché i minori possano avere accesso a sistemi di accoglienza e di tutela adeguati, senza dover mettere in pericolo la propria vita o essere esposti ai rischi di tratta e di sfruttamento nel tentativo di raggiungere o attraversare l’Europa.
Per quanto riguarda l’Italia, Save the Children rinnova l’appello alle istituzioni affinché si ampli la rete di accoglienza per i minori non accompagnati, a partire dall’attivazione di centri governativi di prima accoglienza in tutte le Regioni e l’ampliamento dell’accoglienza diffusa nella rete SAI dei Comuni, in modo da assicurare, secondo quanto stabilito dalla legge 47/17 un percorso di accoglienza e di inclusione sociale che risponda ai loro diritti, esigenze e vulnerabilità.