
Milano – Ottanta luoghi della città, uno per ogni anno trascorso dal 25 Aprile 1945, il giorno della Liberazione di Milano e dell’Italia dall’occupazione nazifascista, il giorno della fine della guerra.
Oggi, nella Sala Alessi di Palazzo Marino, l’Amministrazione comunale e la rettrice dell’Università Statale di Milano, Marina Brambilla, hanno ricordato quegli storici eventi e hanno presentato alla città la mappa “80 Luoghi X 80 anni di Libertà” con i luoghi della liberazione realizzata dal Dipartimento di Studi Storici “Federico Chabod”, in collaborazione con il Gabinetto del Sindaco – Milano è Memoria, per celebrare l’80° Anniversario del 25 Aprile.
Sono intervenuti Primo Minelli, Presidente di Anpi Provinciale Milano, Massimiliano Tarantino, direttore Fondazione Feltrinelli, Ferruccio Capelli, direttore della Casa della Cultura e Paolo Corsini, Presidente dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri. Con loro anche un rappresentante di Milano è Memoria e Daniela Saresella (Università Statale di Milano).
La mappa è una delle iniziative nate dall’accordo di collaborazione tra il Comune di Milano e l’Università degli Studi di Milano, sottoscritto a inizio anno, con l’obiettivo di realizzare attività di ricerca, approfondimento e divulgazione di contenuti riguardanti la Resistenza partigiana e la lotta per la liberazione dal nazifascismo, con particolare attenzione alla città di Milano, ai suoi protagonisti e alle sue protagoniste. Alla sua stesura hanno contribuito i curatori editoriali Alina Binaghi, Stefano Latino e Marco Rota (Università Statale di Milano), i docenti e ricercatori Marco Cuzzi, Paolo Zanini, Massimo Baioni, Claudia Baldoli (Università Statale di Milano) e Barbara Bracco (Università di Milano-Bicocca).
La partnership tra Comune di Milano e Università Statale ha permesso la programmazione di numerose iniziative del palinsesto “Tempo di Pace e Libertà 80 anni di Liberazione”, tra cui il convegno di inizio aprile “Progettare la città democratica. Milano (1945 – 1951)” tenutosi in Ateneo, e la realizzazione dell’urban game “Milano Resiste” dedicato alle giovani generazioni, che sarà online nei prossimi giorni.
La mappa
La mappa dei luoghi della Resistenza e della Liberazione a Milano è nata con l’obiettivo di restituire una visione complessiva della lotta antifascista e delle violenze perpetrate dall’occupazione nazifascista.
In occasione dell’80° Anniversario della Liberazione sono stati individuati 80 luoghi, uno per ogni anno dal 25 Aprile 1945, suddivisi in sette categorie rappresentative degli eventi storici, dalla nascita del Fascismo alla Resistenza, e della cronaca vissuta dalla città giorno dopo giorno fino alla Liberazione.
Le sette categorie in cui sono stati suddivisi gli ottanta luoghi sono: Repubblica Sociale Italiana (8 luoghi); Tedeschi (6); Bombardamenti (6); Persecuzione e Deportazioni (5); Rappresaglie (10); Resistenza e Partigiani (27); Insurrezione (18).
In ognuna delle categorie si ritrovano i momenti che hanno segnato il susseguirsi degli eventi dall’annuncio dell’Armistizio, della caduta del Regime e dell’arresto di Mussolini, il 25 luglio del 1943, fino all’insurrezione generale del giorno della Liberazione, con l’arrivo in città delle formazioni partigiane dalle campagne circostanti. Seicento giorni di terrore segnati da un’iniziale illusione all’indomani dell’Armistizio e dell’arresto del Duce, della fine dell’oppressione fascista e da due lunghi anni di occupazione nazifascista con i bombardamenti sulla città, le torture e le fucilazioni, le deportazioni dalla Stazione Centrale di ebrei, operai scioperanti, di oppositori politici e antifascisti nei lager.
È così che nella selezione si sono privilegiati luoghi che restituissero la dimensione collettiva degli eventi e il loro impatto sulla città. Tra gli ottanta individuati: Palazzo Castani, sede del Partito Nazionale Fascista (dal 1921 al 1943) e del Partito Fascista Repubblicano (dal 1943 al 1945), Palazzo Carmagnola (oggi Teatro Grassi) sede del comando della Legione Autonoma Mobile “Ettore Muti, il Teatro Lirico (dove Mussolini tenne il suo ultimo discorso pubblico come capo della RSI), l’Albergo Regina sede della Gestapo, la Fiera Campionaria (parcheggio delle autoblindo tedesche), il carcere di San Vittore e la Stazione Centrale punto di partenza delle deportazioni.
Seguono i luoghi delle rappresaglie: l’Arena Civica dove nel 1943 ci fu la prima esecuzione di antifascisti, piazzale Loreto dove 15 prigionieri prelevati da San Vittore furono fucilati dalla Legione Muti il 10 agosto del 1944 e dove il 29 aprile del 1945 sarà esposto il corpo di Mussolini, via Botticelli/piazzale Occhialini dove furono fucilati quattro giovanissimi partigiani, il Campo Giuriati dove furono uccisi nove giovani del Fronte della Gioventù e cinque gappisti. Sulla mappa sono segnati i monumenti e i quartieri bombardati tra il 1943 e il 1945, da Palazzo Marino al Teatro alla Scala, da Santa Maria delle Grazie alla scuola elementare “Francesco Crispi” a Precotto dove, il 20 ottobre del 1944, sotto gli ordigni di aerei alleati morirono 184 bambini con le loro maestre, la direttrice della scuola, i bidelli e un assistente sanitaria.
E poi i luoghi della Resistenza partigiana e operaia: le fabbriche Olap, Innocenti, Bianchi, Grazioli, le Officine Atm Teodosio teatro degli scioperi del 1943 e 1944 che costarono la deportazione e la morte di molti operai; le università cittadine con la Cattolica, la Bocconi e la Statale, che il 26 luglio del 1943, all’indomani dell’Armistizio, insieme al Politecnico redasse un manifesto per ottenere l’abrogazione di ogni discriminazione politica, religiosa e razziale quale criterio di ammissione per insegnare e studiare negli atenei. Infine, il quartiere di Niguarda dove ebbe inizio l’insurrezione con uno scontro spontaneo tra partigiani della 110ª Garibaldi e militi fascisti e i due luoghi dove si compirono gli atti finali: Palazzo dell’Arcivescovado, in piazza Fontana, dove il 25 aprile ci fu l’incontro tra il Comitato di Liberazione Nazionale guidato da Sandro Pertini e Benito Mussolini, prossimo alla fuga, per trattare la resa. Pochi passi più in là, davanti al Duomo, dove per la prima volta durante la guerra la statua della Madonnina era stata spenta per non dare riferimenti ai bombardieri, la grande piazza dove il 28 aprile si tenne il primo comizio libero dopo oltre 20 anni di dittatura.
Sulla mappa è stata dedicata una sezione al protagonismo femminile durante la Resistenza. Di estrazione borghese o popolare furono in tante a partecipare alla lotta di Liberazione nelle fabbriche, come staffette, aiutando i partigiani nella clandestinità, organizzando la fuga degli ebrei. Antifasciste, laiche e cattoliche fondarono nel 1943 i Gruppi di difesa della donna, organizzazione unitaria e di massa. Sempre a Milano, sponda fascista, è ricordato tra i luoghi ancora Palazzo Castani, dove oltre alla sede del Partito Nazionale Fascista vennero costituiti i gruppi delle ausiliarie di Salò, la prima forza militare femminile in Italia.
Ad eccezione di pochi casi in cui le vicende individuali hanno assunto un forte valore simbolico, non sono stati segnalati episodi legati a singole persone, per i quali si rimanda ad altri progetti come il portale delle Pietre d’Inciampo, ‘Atlante delle stragi nazifasciste’ e il censimento delle lapidi a Milano in ricordo dei Martiri della Libertà. Si è optato per l’utilizzo di una mappa attuale per facilitare la fruizione e per riconoscere e collocare i luoghi di ieri nella Milano di oggi.
Sulla mappa sono state riprodotte altre due mappe più piccole: la prima, del 1943, mostra la struttura urbanistica dell’epoca e la collocazione dei rifugi antiaerei pubblici; la seconda, contemporanea, riporta monumenti, memoriali e istituti che custodiscono e promuovono la memoria storica di Milano. Vi si trovano la Loggia dei Mercanti dove il 25 aprile del 1953 furono inaugurate 19 lapidi con i nomi di 1.739 partigiani caduti per la libertà, il Memoriale della Shoah in corrispondenza del Binario 21 inaugurato nel 2013, La Casa della Memoria in via Confalonieri 14 sede dell’istituto Parri e di Anpi e Aned e il Monte Stella la montagnetta artificiale costruita con i resti degli edifici bombardati.
È stato realizzato così uno strumento orientativo accessibile dove passato e presente sono connessi evidenziando come la città porti ancora oggi innumerevoli segni degli eventi che hanno condotto alla Liberazione dal nazifascismo e alla nascita di un’Italia libera e democratica.
La mappa sarà distribuita nei prossimi giorni nei nove municipi, nelle biblioteche rionali, nei centri civici e nelle sedi museali, nelle scuole e nelle università anche grazie alla partecipazione di studenti e studentesse che diventeranno le “staffette” di questa iniziativa. Si potrà trovare nelle sedi dell’ANPI, dell’ANED, alla Fondazione Feltrinelli e all’Istituto Parri, al Memoriale della Shoah, all’Accademia di Brera, in alcune sedi dell’Arci.
Insieme al formato cartaceo è stata realizzata una versione in digitale, con un più ampio per numero di luoghi disponibile da oggi sul sito del Comune di Milano alla pagina di Milano è Memoria e su quello dell’Università Statale
anche tramite qrcode.