Milano – La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Milano nei confronti di 5 esponenti dell’area milanese antagonista, riconducibili all’organizzazione CAAB – Comitato Autonomo Abitanti Barona.
I cinque, di cui quattro cittadini italiani, B. E. di 25 anni, B. G. di 38 anni, G. S. di 21 anni, N.S.C. di 24 anni e un cittadino rumeno C.D.L. di 36 anni, tutti con precedenti di polizia per resistenza e oltraggio a Pubblico Ufficiale, sono responsabili di estorsione aggravata e lesioni nei confronti di due cittadini marocchini, una donna del 1987 e un uomo del 1976, anche loro inizialmente appartenenti al Comitato.
Gli agenti della Digos di Milano nel maggio 2018, in seguito alla denuncia presentata dai due aggrediti, hanno avviato una complessa attività di indagine che ha portato ad accertare la commissione di una serie di episodi iniziati nel mese di maggio e terminati nel settembre 2018.
Il tutto ha avuto inizio quando l’uomo, entrato a far parte del CAAB, ha cercato in seguito di lasciare il Comitato e di riprendersi i suoi effetti personali e i soldi versati. I 5 esponenti antagonisti, non d’accordo con tale decisione, lo hanno picchiato con un bastone.
La donna, all’epoca incinta, aveva tentato di difenderlo ma è stata colpita anche essa.
L’intromissione nella faccenda le ha comportato l’espulsione dal Comitato e la costrizione, attraverso minacce e aggressioni perpetrate nei mesi successivi, a lasciare l’appartamento che occupava con la sua famiglia e che aveva ottenuto con l’ingresso al CAAB dietro versamento di 1400 euro.
Dalle indagini è emerso che il CAAB, che si propone pubblicamente come una associazione politica di sostegno nei confronti dei soggetti deboli che hanno bisogno di una casa, persegue invece altri fini.
Offre una sistemazione alloggiativa ma in cambio di un’attività di resistenza agli sgomberi predisposti dalle Forze di Polizia: è questa l’attiva partecipazione politica che il Comitato richiede ai nuovi membri.
L’assegnazione della casa avviene dietro pagamento di una somma di denaro (tra i 700 e i 1500 euro). Ciò comporta l’impossibilità di sganciarsi dal Comitato, pena la perdita dell’appartamento ottenuto.
Nel medesimo contesto penale risultano, altresì, indagati ulteriori 2 persone appartenenti allo stesso comitato.