“Con una pervicacia degna di miglior causa, il decreto mille proroghe sembra intenzionato a riproporre la possibilità, per medici e dirigenti sanitari, di rimanere in servizio fino a 72 anni, mantenendo il ruolo e le prerogative connesse. Addirittura permettendo a chi è già in quiescenza di rientrare in servizio (anche se già incassa la pensione? anche se il posto è occupato? anche a concorso già bandito?)”, commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio.
“In sostanza, spiega Di Silverio, riformulando un emendamento di altro tenore, si bloccano di fatto, le carriere e le assunzioni dei giovani, senza minimamente influire sulla carenza di personale. Un intervento netto, lineare, ad personam”.
“L’incomprensibile insistenza a voler propinare, per l’ennesima volta, la quarta, un emendamento di questo genere, svela al Presidente del Consiglio una amara verità: l’amichettismo non è finito, ha solo cambiato colore. Ci chiediamo quindi quale sia la posizione di chi si batte per il ricambio generazionale e di chi promuove, a parole, un’attenzione diversa verso i professionisti della sanità pubblica, lontano da interessi particolari o lobbistici”.
“Rendere più appetibile la professione, come peraltro più volte espresso con forza dal Ministro della Salute, appare in netta contrapposizione con questa norma salva baroni”.
Anaao Assomed lancia un ultimo appello al Parlamento affinché compia un atto di responsabilità politica per evitare che il rapporto tra Governo e chi sostiene la sanità pubblica, subendone tutte le criticità, venga minato da un atteggiamento di disinteresse prossimo al menefreghismo.