Nel decimo anno di attività il centro CivicoZero di Roma diventa grande e raddoppia gli spazi destinati ai minori stranieri non accompagnati. Save the Children e la Fondazione Raimondo Biscaretti Di Ruffia, che ha finanziato il progetto di ampliamento, inaugureranno i nuovi spazi di CivicoZero venerdì 28 settembre 2018 alle 11 in Via dei Bruzi n.10, nel quartiere S.Lorenzo della Capitale, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni e dei partner del progetto.
Il programma proseguirà nel pomeriggio fino alle ore 18 con incontri, attività e performance aperte al pubblico, che coinvolgeranno i ragazzi e gli operatori del centro. L’incontro sarà l’occasione per presentare un bilancio delle attività svolte nei dieci anni, riflettere sui cambiamenti intercorsi e sulla attuale situazione vissuta dai minori stranieri soli, anche alla luce delle storie dei protagonisti.
Il centro CivicoZero di Save the Children, gestito dalla Cooperativa CivicoZero, nasce all’inizio del 2009 a Roma, la città dove negli scorsi anni e nel 2018 sono arrivati o transitati migliaia di minori stranieri giunti soli in Italia, che rappresentano il gruppo di bambini e adolescenti più vulnerabili e maggiormente esposti al rischio di marginalità sociale, sfruttamento o abuso. Il Centro offre loro servizi di base e accompagnamento all’integrazione, per migliorare le loro condizioni di vita, offrendo tutela e promozione dei loro diritti e rafforzando i processi d’integrazione e inclusione nel tessuto sociale di riferimento.
I nuovi spazi che verranno inaugurati, sono stati pensati per poter garantire nel modo migliore lo svolgimento delle diverse attività del centro, sempre più rivolti verso un percorso di inclusione, che comprendono accoglienza, corsi di formazione, laboratori espressivi, e supporto individuale o di gruppo ai casi più vulnerabili che richiedono un supporto specifico.
CivicoZero Roma è stato il primo centro creato nell’ambito di un programma nazionale di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, e il modello sperimentato con successo nella Capitale è stato replicato con la creazione degli omonimi centri a Milano, Torino e Catania.