Modena – Identificati e denunciati dai poliziotti della Squadra mobile di Modena, giovani appartenenti a due gruppi antagonisti che si sono resi responsabili di azioni di violenza a partire dallo scorso febbraio.
Gli indagati, tutti minorenni, dovranno rispondere dei reati di rissa, minacce, lesioni e furto in una scuola di Modena. L’attività d’indagine è stata coordinata dal tribunale per i minorenni di Bologna e gli investigatori sono riusciti a ricostruire le dinamiche e il sussegursi delle azioni che hanno dato seguito a 5 diversi procedimenti penali.
Il primo evento risale al 5 febbraio scorso ed è avvenuto nei pressi della stazione ferroviaria della città; due gruppi contrapposti di ragazzi e ragazze minorenni che si identificano appartenenti ai “Daisan 216” e “Sooz” si sono affrontati in una rissa scatenata per futili motivi. Tutta la scena veniva ripresa dalle telecamere di video-sorveglianza sia nei pressi della stazione che nei vicoli del centro storico dove la rissa ha proseguito.Il giorno seguente, una ragazza del gruppo “Daisan 216”, già presente il giorno prima alla rissa in stazione, aveva, insieme ad alcune sue amiche, rincorso e minacciato altre coetanee del gruppo opposto, costringendole a ripararsi in un centro commerciale poco distante.
Per questi due episodi sono stati identificati 51 ragazzi di cui 12, di età compresa tra i 14 e i 17 anni, sono stati denunciati.
Il seguente 27 febbraio, il furto e il danneggiamento all’interno dell’istituto scolastico “San Carlo” di generi alimentari, un computer e una macchina del caffè, nonché l’imbrattamento di muri con una bomboletta spry, conduceva gli investigatori ad identificare e denunciare 5 giovani minori di cui 4 appartenenti ai Daisan e uno agli Sooz di età compresa tra i 14 e i 16 anni; la notte del primo marzo un sedicenne venne denunciato dall’equipaggio di una volante intervenuta per aver danneggiato e rubato dalle auto in sosta in strada.
Anche l’acquisizione di un video pubblicato su Instagram di una lite violenta perpetrata da due 14enni nei confronti di una 15enne per un diverbio nato sui social, ha permesso agli investigatori di identificare le giovani partecipanti, di cui una già presente alla rissa del 5 febbraio in stazione. Tutta la scena dell’aggressione che costava alla 15enne lesioni per 7 giorni a causa delle violente percosse, veniva ripresa integralmente da altri 3 minorenni che nel corso dell’indagine venivano indagati in concorso per minacce e lesioni.
Anche gli episodi del 5 e del 6 luglio sono riconducibili ai due gruppi; alcuni minori appartenenti al gruppo “Daisan 216”, sfruttando la loro nomea di appartenenza, rapinavano un coetaneo dopo averlo accerchiato e spintonato di 70 euro che il giovane aveva in uno zaino, mentre il giorno dopo 6 minori, di cui 4 responsabili della rapina del giorno prima, estorcevano 50 euro a due ragazzi a cui avevano sottratto la bicicletta.
Tutti gli episodi messi insieme hanno consentito agli investigatori di ricostruire le relazioni tra i vari giovani e a circoscrivere in particolare 21 tra questi, sia maschi che femmine, per un totale di 34 denunce (alcuni di loro hanno preso parte a reati diversi). Secondo un’attenta analisi del “fenomeno” non è stato riconosciuto un elemento associativo comune alle diverse azioni, tipico invece delle baby gang vere e proprie, perché si ritiene che gli episodi possano essere occasionali e non organizzati.