MORTI SUL LAVORO IN ITALIA: A OTTOBRE DEL 2024 LE VITTIME SONO 890

“Ancora due mesi per arrivare al bilancio delle vittime di fine 2024. Eppure come ogni anno, già ora, ci sembra di intravedere i numeri della strage di fine dicembre, perché le statistiche ufficiali del decimo mese dell’anno tolgono ogni speranza a un’inversione di tendenza. Le vittime, infatti, sono più numerose di quelle dello scorso anno, così come il numero degli infortuni. È una proiezione davvero sconfortante che narra ancora una tragedia quotidiana che si consuma più volte al giorno. E dietro ad ogni vittima c’è un lutto familiare che coinvolge ogni anno migliaia di persone. Tant’è che i decessi a fine ottobre 2024 sono già 890: 22 lavoratori in più del 2023”.

Questa l’introduzione di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, alla presentazione degli ultimi dati elaborati dal proprio team di esperti che, da sempre, oltre ai numeri evidenzia l’importanza delle incidenze di mortalità della popolazione lavorativa per identificare e mappare le regioni dove è maggiore il rischio di infortunio per i lavoratori.

IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE, A FINE OTTOBRE 2024. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA

A finire in zona rossa a fine ottobre 2024 con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 27,9 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Molise e Sardegna. In zona arancione: Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Puglia e Abruzzo.

In zona gialla: Lazio, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto. In zona bianca: Toscana e Marche.

I LAVORATORI STRANIERI SONO SOGGETTI AD UN RISCHIO DI INFORTUNIO MORTALE QUASI TRIPLO RISPETTO AGLI ITALIANI

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi dieci mesi dell’anno sono 149 su un totale di 657, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 62,8 morti ogni milione di occupati, contro i 24,0 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER FASCE DI ETÀ: ANCORA A MAGGIOR RISCHIO I PIÙ ANZIANI

Anche nei primi dieci mesi dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).

Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 112,8), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 45,0).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (230 su un totale di 657).

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO E DEGLI INFORTUNI IN ITALIA A FINE OTTOBRE 2024

Sono 890 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 657 in occasione di lavoro (15 in meno rispetto a ottobre 2023) e 233 in itinere (37 in più rispetto a ottobre 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (112). Seguono: Lazio (64), Emilia-Romagna (63), Campania (57), Sicilia (54), Veneto (47), Piemonte (41), Puglia (38), Toscana (34), Trentino-Alto Adige e Sardegna (21), Calabria (17) Umbria e Liguria (16), Abruzzo (14), Friuli-Venezia Giulia (13), Marche (12), Basilicata (9), Valle d’Aosta e Molise (4).

(Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI È IL PIÙ COLPITO DAL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO

Alla fine dei primi dieci mesi del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 128. Seguito dalle Attività Manifatturiere (86), da Trasporti e Magazzinaggio (84) e dal Commercio (48).

LE VITTIME PER GENERE E NAZIONALITÀ

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine ottobre 2024 sono 47, mentre 28 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 149, mentre sono 40 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il martedì risulta essere anche a fine ottobre il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi dieci mesi dell’anno (20,2%).

LE DENUNCE DI INFORTUNIO IN CRESCITA, ANCHE SE DI POCO, RISPETTO A OTTOBRE 2023

Le denunce di infortunio totali crescono dello 0,4% rispetto a ottobre 2023. Le denunce erano 489.526 a fine ottobre 2023, nel 2024 sono passate a 491.439.

I NUMERI DELLE DENUNCE TOTALI DI INFORTUNIO PER SETTORE: LA MAGLIA NERA VA ALLE ATTIVITÀ MANIFATTURIERE

Anche a fine ottobre del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (59.678). Seguono: Costruzioni (31.341), Sanità (30.444), Trasporto e Magazzinaggio (28.918) e Commercio (27.417).

LE DENUNCE TOTALI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ

Le denunce di infortunio delle lavoratrici da gennaio a ottobre 2024 sono state 174.337, quelle dei colleghi uomini 317.102.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono 410.007 a fine ottobre 2024: 135.532 le donne e 274.475 gli uomini.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 324.260, mentre degli stranieri sono 85.747.

La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 109.620 denunce (il 22,3% del totale).

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI?

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.