Rimini – I militari del Reparto Operativo del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, all’esito di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Rimini, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di n. 11 misure cautelari personali (3 custodie cautelari in carcere e 8 obblighi di presentazione alla p.g.), emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale del luogo, nei confronti di altrettante persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze dopanti, anche a effetto stupefacente (in larga parte nandrolone, steroide anabolizzante inserito nella Tab. I del DPR 309/90), importazione dall’estero di sostanze dannose per la salute pubblica, e autoriciclaggio.
Tra gli indagati figurano professionisti del mondo del fitness (in particolare del body building) e della nutrizione, gestori di palestre e di esercizi commerciali specializzati nell’integrazione alimentare. L’attività investigativa ha avuto il suo avvio nel giugno del 2021 allorquando, su segnalazione dell’Agenzia delle Dogane, era stata individuata una spedizione contenente ingenti quantitativi di sostanze anabolizzanti ed ha visto la collaborazione, durante il suo svolgimento, anche del Corpo della Gendarmeria di San Marino.
L’operazione, nel suo complesso, ha consentito di disarticolare un’organizzazione strutturata, con base a San Marino, dedita al traffico di sostanze dopanti su tutto il territorio nazionale e con estese articolazioni internazionali per l’approvvigionamento dei principi attivi. Le materie prime – principalmente steroidi anabolizzanti, stimolanti, anoressizzanti e prodotti per la disfunzione erettile – provenienti dalla Cina, giungevano in Italia attraverso la Germania,sotto forma di polveri, per poi essere assemblate in laboratori clandestini da parte di un ristretto gruppo di fornitori, per la produzione di mix di prodotti dopanti, particolarmente dannose per la salute. Una volta realizzato, il prodotto finale veniva trasferito in un magazzino di San Marino, per poi essere spedito, perlopiù attraverso ignari corrieri, a venditori locali distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Le sostanze prodotte nel laboratorio clandestino, venivano spesso trasportate al magazzino di stoccaggio, abilmente occultate all’interno di ruote di scorta. Nel corso dell’indagine, sono stati infatti individuati e posti sotto sequestro il magazzino e il laboratorio clandestino al cui interno sono stati rinvenuti, tra l’altro, complessivamente 26 flaconi della c.d. “droga dello stupro”, 1200 fiale di nandrolone (inserito in tabella 1 del DPR 309/90), 20 kg di efedrina (precursore della metamfetamina), 400 kg di principi attivi per la produzione di anabolizzanti, steroidi e ormoni della crescita, oltre a 700mila compresse già confezionate e pronte per la vendita.
Le spedizioni raggiungevano così una fitta clientela, fidelizzata negli anni, principalmente rappresentata da frequentatori di palestre, professionisti del body-building e giovani incautamente desiderosi di migliorare il proprio fisico. Gli ordinativi delle sostanze si realizzavano attraverso comunicazioni criptate su whatsapp e telegram o mediante piattaforme web dedicate, sulle quali era possibile registrarsi e scegliere il prodotto vietato.