Le tavole di Natale saranno imbandite all’insegna dei rincari. Lo afferma il Codacons, che segnala come le famiglie alle prese in queste ore con gli acquisti di cibi e bevande per il cenone e il pranzo di Natale devono affrontare pesantissimi aumenti dei prezzi.
In base alle stime dell’associazione, i consumi alimentari in occasione delle feste natalizie subiranno quest’anno una contrazione del 6% rispetto al 2021, a causa dell’emergenza bollette e del caro-prezzi che portano le famiglie a ridurre gli acquisti: a fronte di tale taglio, tuttavia, la spesa per cibi e bevande sale di +320 milioni di euro rispetto allo scorso Natale, proprio a causa dei rincari dei listini al dettaglio che, nel comparto alimentare, salgono in media del 13,6%, portando il conto per pranzo e cenone di Natale a raggiungere 2,7 miliardi di euro nel 2022.
Tra i prodotti più utilizzati per le preparazioni di cibi e pietanze natalizie e che hanno subito aumenti consistenti troviamo il burro, che rispetto allo scorso anno rincara del +41,2% – spiega il Codacons – L’olio di semi segna +51,4%, la farina +23,6%, le uova +21,7%, il riso +35,4%, la pasta +23,6%, il pane +16%. Mettere la carne in tavola a Natale costa in media il 10,5% in più, con punte del +18% per il pollo, mentre per un pranzo a base di pesce la spesa sale in media del 10%, con aumenti dell’8,3% per il pesce fresco, +14,8% il pesce surgelato, +9,2% i molluschi freschi. Il latte conservato sale del 32,5%, quello fresco del 20,1%, i formaggi freschi del 26,2%. La verdura aumenta del 15,2% con punte di oltre il 19% per insalata e cavoli; le arance costano il 13,3% in più, frutta secca e noci +6%. Per i dolci occorre mettere in conto una maggiore spesa del 49,6% per lo zucchero, e anche brindare costerà di più: il vino rincara del 6%, i liquori salgono del 5,5% e lo spumante segna +7,3%.