La costanza e la passione del numeroso gruppo di giovani volontari del neonato WWF “VIBO-Vallata dello Stilaro”, voluto fortemente dal presidente Angelo Calzone, sono stati finalmente premiati: ieri pomeriggio, dopo intensi giorni di monitoraggio sulla costa ionica ai confini tra le province di Reggio e Catanzaro, una delle attiviste impegnata nel consueto giro di ispezione sul tratto di spiaggia nel territorio di Guardavalle (CZ), ha rinvenuto le caratteristiche tracce di mamma Caretta che conducevano alla tipica “spianata” creata dalle tartarughe marine durante le operazioni di deposizione delle uova.
Deposizione che è stata successivamente accertata, secondo le procedure previste in questi casi, dalla biologa Jasmine De Marco, circondata dagli emozionati giovani attivisti del Panda. Ora si dovrà attendere il lungo periodo dell’incubazione, che, se tutto andrà bene, si concluderà in agosto con l’evento più atteso e straordinario: la nascita di decine e decine di piccole tartarughe che, nottetempo, dopo essere sbucate dalla sabbia che le ha custodite, zampetteranno velocemente verso la loro avventura marina.
Il litorale ionico calabrese, a cominciare da quello reggino, si conferma di anno in anno come l’area più importante d’Italia per la riproduzione della tartaruga marina Caretta caretta, con circa il 70% delle deposizioni, per come accertato sin dal 2000 grazie alle ricerche condotte dal Prof. Mingozzi del Dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria.
La storia delle nidificazioni in Calabria di questo straordinario rettile marino – ricorda Pino Paolillo – inizia nel 1988 con la scoperta del primo nido sulla spiaggia di Pietragrande, in provincia di Catanzaro, da parte di alcuni soci del WWF di Catanzaro e dei successivi registrati dal WWF Calabria. Già l’anno scorso la stessa associazione aveva partecipato ad un progetto di monitoraggio di nidi su un tratto di costa delimitato, grazie al finanziamento della Regione Calabria nell’ambito di un POR 2014-21, che ha coinvolto altre associazioni nel tratto più a sud della provincia reggina.
Persiste purtroppo il rischio che altri nidi vengano distrutti a causa dei lavori di “spianamento” della sabbia condotti con mezzi meccanici che, nonostante gli appelli e le lettere inviate a tuti i comuni costieri sia dal WWF che dall’Assessorato Regionale all’Ambiente, continuano ad operare proprio su interi tratti di costa frequentati dalle tartarughe per deporre le loro uova. Un altro pericolo è rappresentato dal passaggio di mezzi fuoristrada che rischiano di schiacciare le uova deposte a poche decine di centimetri sotto la sabbia. A tale proposito il WWF rivolge di nuovo un accorato appello a tutti i gestori di lidi e ai comuni, affinché si astengano dall’uso di ruspe o altri mezzi pesanti sulle spiagge, ricordando che la tutela di un nido e l’interesse suscitato dalla nascita dei piccoli hanno sempre rappresentato un valore aggiunto per tutta l’area interessata, con innegabili vantaggi economici e di immagine per le attività balneari che si sono rese protagoniste della difesa di questi nostri antichi e fedeli corregionali.