No alle nuove trivelle e no a quelle già in attività, che anche in questo istante intaccano la delicata crosta del fondale adriatico, causando danni importanti all’equilibrio biomarino. No alle piattaforme di estrazione.
In rispetto del volere dei cittadini e degli avvertimenti che la scienza ci consegna. In caso di incidente, il delicato ambiente dell’Adriatico sarebbe compromesso, forse irrimediabilmente. I progetti approvati nascono da interessi tanto improntati all’avidità quanto irresponsabili. Servono una politica sana, dei media sani, una società civile coraggiosa e determinata che sollevino una voce necessaria, prima che sia tardi. Da parte nostra (EveryOne Group) stiamo preparando un appello-dossier destinato alla Commissione europea, al Consiglio dell’Ue e al Parlamento europeo: servono nuove risoluzioni e direttive che impediscano l’attentato a un ambiente chiuso, fragilissimo e in pericolo, che non appartiene ad alcun governo, ad alcuna azienda, ma è patrimonio dell’umanità e delle generazioni future.
Illustrazione di R. Malini