“Sono ormai due anni che noi Pediatri di famiglia siamo in prima linea, con un carico di lavoro incredibile che aumenta ogni giorno, minando le resistenze anche dei colleghi più esperti e più motivati, ma stiamo facendo fronte e andiamo avanti anche con buona volontà, pazienza, dedizione e disponibilità per i bambini e le famiglie”.
Così Valentina Grimaldi, pediatra di famiglia e consigliera dell’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e odontoiatri (OMCeO) riassume il carico di lavoro che con i suoi colleghi si trova quotidianamente ad affrontare.
“A Roma le vaccinazioni in età pediatrica – prosegue Grimaldi – si effettuano nei giorni feriali e festivi e così tanti di noi si dividono fra l’attività ambulatoriale e i turni nei centri vaccinali. C’è poi l’attività di testing che continua e molti pediatri effettuano i tamponi anticovid nei loro ambulatori; la campagna vaccinale antinfluenzale, che seppur in fase conclusiva va avanti e infine il ritmo incalzante delle innumerevoli certificazioni che occupa veramente troppo tempo nella nostra giornata lavorativa che sta diventando insostenibile. Nonostante questo, però, noi pediatri non tralasciamo mai – come ha sottolineato ufficialmente e più volte il presidente dell’Ordine, Antonio Magi – il supporto alle famiglie dei nostri pazienti che dopo 2 anni di pandemia sono veramente molto provate e hanno bisogno più che mai di dialogare con professionisti che li sostengano e li indirizzino. I genitori, infatti, molto spesso appaiono confusi ed insicuri per la mole di informazioni mediche che ricevono e hanno difficoltà ad orientarsi correttamente, tocca quindi a noi fare chiarezza di fronte ad una incessante attività mediatica che propone notizie vere e false, scoop, sensazionalismi vari e messaggi strumentali”.
“Alla luce di quanto detto – aggiunge Grimaldi – per noi pediatri è divenuto inevitabile confrontarsi anche con il disagio psichico dei pazienti affrontando gli effetti psicologici della pandemia in età pediatrica e adolescenziale. La penalizzazione degli aspetti relazionali e sociali dei bambini, l’isolamento, il clima di paura vissuto, ha slatentizzato disturbi del comportamento e fobie che hanno colto i genitori impreparati ad affrontarli. Noi pediatri siamo i primi interlocutori di queste famiglie. Siamo noi che li accogliamo e cerchiamo di contenere preoccupazioni e disagi, cercando di aiutarli a capire cosa è successo in questi due anni, spiegando loro come i bambini esprimano con il corpo quello che non riescono a dire con le parole, ma anche indirizzandoli da specialisti laddove le richieste esulino le nostre competenze, ma rimanendo comunque parte attiva nel confronto e nel sostegno al percorso intrapreso”.
“I pediatri di famiglia svolgono un lavoro silenzioso ma capillare e costante. Poche volte i riflettori si sono accesi sul nostro operato ma le famiglie dei nostri assistiti lo sanno ed in questi giorni non ci fanno mancare la stima e il supporto attraverso testimonianze di gratitudine ed affetto. L’andamento della pandemia che inizia a mostrare un miglioramento nella curva epidemiologica e le nuove regole introdotte per le quarantene scolastiche – conclude Valentina Grimaldi – dovrebbero ridurre l’onere burocratico del nostro lavoro permettendoci così di dedicarci appieno all’assistenza dei bambini con particolare attenzione ai soggetti più fragili e con patologie più complesse che necessitano di maggior tempo e dedizione”.