“NON È IL CIBO IL MIO DISTURBO ALIMENTARE”: AMBRA ANGIOLINI E ANIMENTA, INSIEME A DANONE ITALIA PROMUOVONO UNA NUOVA NARRAZIONE SUI DCA

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), sono un fenomeno sociale drammaticamente diffuso ma di cui ancora poco si parla e spesso non nella modalità appropriata: dietro a queste patologie si cela infatti una richiesta di aiuto nascosta, un grido silenzioso spesso ignorato, che richiede attenzione immediata e interventi efficaci.

Per rispondere a questa emergenza sociale e offrire un supporto concreto, Danone Italia, con il suo brand Nutricia Fortini, ha scelto come partner autorevole Animenta e questa virtuosa collaborazione ha dato vita al progetto “Laboratori dell’Anima”, ideati e realizzati da Ambra Angiolini e Aurora Caporossi, Presidente e Founder di Animenta. Questa importante iniziativa, ospitata nella sede di Danone Italia a Milano, ha offerto a chi era già in cura o in attesa di esserlo la possibilità di prendere parte a 8 laboratori di creatività, teatro e di scrittura. Il progetto ha visto il coinvolgimento di circa 150 ragazze e ragazzi, che per due ore, due volte al mese, hanno potuto immergersi in un ambiente sicuro, protetto e stimolante, dove esprimere liberamente le proprie emozioni e trovare sostegno tra pari, migliorare l’autostima e sviluppare un senso di autoconsapevolezza, coinvolgendo non solo il corpo ma anche l’anima, al fine di sensibilizzare su patologie complesse che richiedono un approccio olistico, focalizzato su mente, corpo e spirito.

Sulla scia dei bisogni e delle emozioni emerse durante i “Laboratori dell’anima”, è nata la campagna di sensibilizzazione “Non è il cibo il mio disturbo alimentare”, pensata e diretta da Ambra Angiolini con la collaborazione di Animenta e Jolanda Renga, realizzata con il contributo di Danone Italia e il suo brand Nutricia Fortini per creare una nuova narrazione sui DCA. La campagna si propone di sensibilizzare le persone sul fatto che i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) non si trovano né si curano a tavola, poiché non sono semplicemente una questione legata al cibo. L’obiettivo è rimettere al centro ciò che una persona che ne è affetta vive emotivamente.

 

UN IMPEGNO CONCRETO PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA DELLE PERSONE

“Serviamo la vita” è il fulcro della divisione di Nutrizione Specializzata di Danone, che con i suoi prodotti mira a soddisfare le esigenze nutrizionali specifiche delle persone durante tutta la vita: dai primissimi 1000 giorni di vita all’età avanzata, in salute o con esigenze nutrizionali determinate da specifiche condizioni cliniche.

In questo contesto, Nutricia Fortini svolge un ruolo importante come supporto nutrizionale nella terapia psicologico-comportamentale dei disturbi alimentari. Fortini, integratore nutrizionale orale (ONS), è infatti spesso prescritto dagli operatori sanitari per affiancare la terapia psicologica, specialmente nel trattamento dell’anoressia. Nella convinzione però che i DCA siano una patologia complessa, che richiede un approccio multifattoriale, Fortini Nutricia ha scelto di supportare la campagna di Ambra Angiolini e Animenta per valorizzare le emozioni e il vissuto di ciascuna persona, riportando l’attenzione su quanto normalmente non si vede, sul mondo nascosto dietro ogni DCA.

 

Come Danone crediamo profondamente che le aziende abbiano una responsabilità verso le comunità in cui operano e possano – anzi, debbano – contribuire concretamente a cause sociali rilevanti. Con il nostro brand Fortini Nutricia, abbiamo scelto di supportare la causa dei Disturbi del Comportamento Alimentare, perché sappiamo che la nutrizione è solo uno degli elementi del percorso di cura, in quanto queste patologie richiedono un approccio che metta al centro la persona, il suo vissuto, l’anima prima del corpo – dichiara Manuela Borella, Vicepresidente Nutrizione Specializzata Danone Italia e GreciaSupportando la realizzazione di questa campagna di Ambra con Animenta, abbiamo voluto ribadire che la lotta contro i disturbi alimentari richiede un impegno collettivo per riportare l’attenzione su ciò che spesso rimane invisibile, sul vissuto che si cela dietro ogni disturbo alimentare”.

LA RIFLESSIONE DELLE ISTITUZIONI E DEL MONDO CLINICO

Alla conferenza stampa dedicata alla presentazione della campagna Non è il cibo il mio disturbo alimentare” sono intervenuti, tra gli altri, rappresentanti del mondo clinico, per affrontare il tema dei DCA e delineare strategie di intervento adeguate per contrastare un’emergenza di salute pubblica: Stefano Erzegovesi, Medico psichiatra, nutrizionista e divulgatore scientifico; Eugenia Dozio, Dietista clinica esperta di DCA, coordinatrice area nutrizionale Villa Miralago, centro per la cura dei DCA; Mauro Consolati, Responsabile Centro Pilota Regionale per i DCA ASST Spedali Civili di Brescia; Stefania Sacchezin, Psicoterapeuta specializzata in psicotraumatologia ed EMDR.

Gli interventi degli esperti del mondo clinico hanno quindi ribadito la necessità e l’importanza di un approccio multidisciplinare nel trattamento e nella comprensione dei DCA, che unisca terapie psiconutrizionali e strumenti espressivi per accogliere e dare voce alla sofferenza:

 «I disturbi della nutrizione e alimentazione sono il riflesso di un dolore emotivo profondo. – ha sottolineato Eugenia Dozio, Dietista clinica esperta di DCA, coordinatrice area nutrizionale Villa Miralago, Centro per la cura dei DCA – Spesso il cibo diventa un modo per affrontare o mascherare sensazioni faticose, traumi non elaborati e sofferenze interiori e trova nel comportamento alimentare una forma di comunicazione silenziosa. Curare tutto questo richiede un approccio che riconosca l’intreccio tra anima, mente e corpo».

 «Le linee-guida scientifiche più recenti per la cura dei DA mettono l’accento sull’utilità di un approccio che vada al di là del rapporto con il cibo: ad es. il metodo MANTRA (Maudsley Anorexia Nervosa Treatment for Adults), ufficializzato nel 2017 nelle linee-guida inglesi per la cura dei DA, lavora tantissimo su aspetti cognitivi ed emotivi (ad es. il perfezionismo rigido, dove “non siamo mai abbastanza”, o l’evitamento delle emozioni). L’aspetto interessante del metodo MANTRA è che, pur non focalizzandosi specificatamente sull’approccio al cibo, dimostra un’efficacia, negli studi clinici controllati, anche sul recupero di peso, in maniera simile ai classici trattamenti di riabilitazione nutrizionale per l’anoressia nervosa. – ha spiegato Stefano Erzegovesi, Medico psichiatra, nutrizionista e divulgatore scientifico – Ambra Angiolini ha parlato di gentilezza: fondamentale per mantenere un contatto e una comunicazione con persone che, pur nella loro immensa sofferenza, faticano a rendersi conto di cosa sta succedendo e, per questo motivo, spesso rispondono in maniera aggressiva e scostante alle offerte di aiuto. Aggiungerei altre 2 parole, che ho sentito qualche mese fa da un grande chef, Thomas Keller: patience and persistance. Chi sta accanto ad una persona che soffre di DA, così come un bravo cuoco, deve essere pronto ad affrontare un percorso lungo e difficile, allenando ogni giorno la pazienza gentile e la persistenza di chi non molla mai».

 Secondo Mauro Consolati, Psichiatra, Responsabile Centro Pilota Regionale per i DCA, ASST Spedali Civili di Brescia: «Il numero crescente di persone (e loro familiari) che vivono nel tunnel di malattie come i disturbi alimentari ci chiede sempre più attenzione nell’accogliere la loro sofferenza. Accanto alle indispensabili terapie psiconutrizionali multidisciplinari, la via delle tecniche espressive si propone come occasione per far emergere ciò che sta dietro il sintomo di patologie psichiatriche atipiche nelle quali il corpo troppo spesso ruba la scena. Per questo progetti come i Laboratori di Ambra ed Animenta con il supporto di Danone Italia che, insieme alla informazione, offrono momenti di condivisione creativa/espressiva, rappresentano una possibilità di apertura nel racconto di sé con gli altri alla ricerca di orizzonti liberati dalle catene della malattia».