La ‘legge bavaglio’ rappresenta «un’ombra che incombe sulla libertà di stampa in Italia. Chiediamo ai senatori di respingere la proposta di modifica del codice di procedura penale e di includere garanzie a tutela dei cronisti», scrive Pavol Szalai, responsabile dell’ufficio Ue-Balcani.
Un appello ai senatori italiani a non approvare la proposta di modifica del codice di procedura penale che vuole vietare la pubblicazione integrale o per estratto del dispositivo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare. Lo firma Pavol Szalai, responsabile dell’ufficio Ue-Balcani di Reporter senza frontiere.
Una proposta che «minaccia la libertà dei giornalisti che lavorano su casi giudiziari», si legge sul sito web dell’organizzazione che stila l’annuale report sulla libertà di stampa nel mondo. «Presentato da Enrico Costa, deputato del partito di opposizione Azione, l’emendamento – ricorda Rfs – mira a tutelare la presunzione di innocenza ed evitare che gli imputati siano ‘giudicati dai media’. Tuttavia, diverse associazioni e sindacati di giornalisti italiani denunciano quella che chiamano ‘censura di Stato’».
Commenta Pavol Szalai: «Un’ombra incombe sulla libertà di stampa in Italia. Pur riconoscendo l’importanza fondamentale del rispetto della presunzione di innocenza, Rsf teme che la legge bavaglio possa ostacolare la capacità dei giornalisti di coprire le inchieste giudiziarie che coinvolgono, tra gli altri, i politici. È inaccettabile che i giornalisti, che forniscono informazioni nell’interesse pubblico e rispettano l’etica giornalistica, siano sanzionati o costretti a tacere».
Da qui l’appello: «Chiediamo ai senatori di respingere la proposta di modifica al codice di procedura penale così com’è e di includere garanzie a tutela dei cronisti».