Non ce la faremo mai a vaccinare tutti gli italiani entro l’autunno, come il Commissario Straordinario Arcuri ieri si è affrettato nuovamente a proclamare, se non subentrerà in corso d’opera un piano strategico nuovo e adeguato che dia una sferzata di energia a quello attualmente in corso. Come sindacato nazionale degli infermieri italiani, continuiamo a nutrire fondati dubbi sulla reale possibilità che alla fine possano arrivare quei 12mila infermieri di cui il Paese ha bisogno per dare man forte a chi, dall’inizio della campagna di vaccinazione, già impegnato al fronte da tempo, sta cominciando a sostenere il non facile peso della somministrazione delle fiale.
“La macchina” dei vaccini urge, per funzionare alla perfezione (e quando diciamo questo non ci riferiamo certo a 370 mila somministrazioni, ma bensì ai 120 milioni di dosi necessarie per vaccinare i cittadini italiani), di oltre 27 mila infermieri e non certo di soli 12mila.
Dove Arcuri troverà questi uomini e queste donne, al di fuori del servizio sanitario nazionale? Tra i liberi professionisti forse? O tra i disoccupati o i pensionati? Non lo sappiamo davvero. Qui c’è una carenza cronica che, lo ripeteremo all’infinito, ci proietta a numeri vertiginosi: 90mila infermieri mancano all’appello e questa emergenza virus non vuole saperne di fermarsi. E perché mentre il buon Arcuri si lancia nei suoi proclami serali, le terapie intensive di molte regioni sono di nuovo in affanno? Qualcuno vuole spiegarlo?».
«Apriamo le porte, anche questo lo diciamo da tempo, ai 30mila infermieri ambulatoriali ed a tutti gli altri infermieri del SSN che non sono impegnati h24 nei servizi ospedalieri e che possono mettersi a disposizione anche oltre il proprio orario di servizio. Offriamo loro prestazioni aggiuntive retribuite dignitosamente, la legge di bilancio appena approvata lo prevede e si può fare, perché è chiaro che i 12000 infermieri di Arcuri, se mai arriveranno, non saranno sufficienti.
Coinvolgiamo anche i laboratori e gli ambulatori privati e le farmacie come punti di vaccinazione. Alla fine i 25milioni di euro lordi messi a disposizione delle agenzie esterne per la ricerca di personale avrebbero potuto utilizzarli per mettere a disposizione del SSN centinaia di migliaia di ore di prestazioni aggiuntive, ogni mese per nove mesi, da parte di professionisti della sanità, in tal modo aumentando davvero il numero dei vaccini per spostare la lancetta sui milioni di somministrazioni e non sulle centinaia di migliaia. Non arriveremo lontano, continua De Palma, senza gli attesi rinforzi.
Peraltro, noi temiamo concretamente che le somme che verranno offerte agli infermieri da parte delle agenzie fungano da deterrente. Ci auguriamo ovviamente di sbagliarci. Ma mettiamoci nei panni di chi, dal Sud Italia, dovesse essere chiamato da una delle agenzie interinali selezionate magari al Nord. 3077 euro lordi si trasformano amaramente in 1500 euro netti se consideriamo le spese a carico dei datori di lavoro e quelle a carico dei dipendenti da sottrarre. E quanti, da Palermo a Milano, con un affitto da pagare, accetterebbero questo incarico per la durata di soli 9 mesi?