Per non vanificare il lavoro fatto dalla scorsa legislatura, è necessario che il nuovo governo porti avanti la mozione approvata nel 2019 e agisca con urgenza per garantire alle persone con obesità il pieno accesso alle cure e ai trattamenti farmacologici, perché l’obesità è una malattia cronica non una colpa. Questo il messaggio della lettera aperta firmata dai presidenti di tutte le società scientifiche che verrà resa nota oggi pomeriggio nell’ambito del 4° Obesity Summit organizzato da Ibdo Foundation- Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation e Intergruppo parlamentare ‘Obesità e Diabete’ con il contributo non condizionato di Novo Nordisk nell’ambito del progetto internazionale Driving Change in Obesity.
“È fondamentale riprendere da dove ci siamo interrotti con la diciottesima legislatura- continua- rinnovando il patto di legislatura sull’obesità, in particolare sull’inserimento dell’obesità nella lista delle malattie croniche, e agendo di conseguenza unitariamente e subito per garantire alla persona con obesità il pieno accesso alle cure e ai trattamenti farmacologici”.
“Tuttavia- dichiara- restano ancora nodi da risolvere per portare a compimento i nostri obiettivi, ora è il momento di ritrovare le giuste sinergie per dare risposte concrete alle persone con obesità. I fondi stanziati dal Pnrr sono un’opportunità significativa e altamente simbolica dell’orizzonte di futuro che il nostro Paese si vuole dare e non possiamo permetterci più i costi dell’inerzia”.
“Troppo spesso- continua- viene purtroppo ancora considerata come una responsabilità del singolo, una scelta di stile di vita dovuta a una scarsa auto-disciplina e a una mancanza di motivazione. Lo stigma sociale legato a questa malattia sfocia in tutti gli ambiti della vita delle persone, dalla scuola al lavoro, dall’emarginazione sanitaria alla disapprovazione sociale. Il non riconoscere all’obesità un percorso clinico-terapeutico-assistenziale specifico è altrettanto unaforma di discriminazione”.
“Nel novembre del 2019- aggiunge Paolo Sbraccia, vicepresidente Ibdo Foundation e professore Ordinario di Medicina Interna dell’Università di Roma ‘Tor Vergata’- è stato raggiunto un grande traguardo con l’approvazione all’unanimità alla Camera dei deputati della Mozione per il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica, si pensava che ciò desse il via a numerosi cambiamenti e avanzamenti nella cura e nel trattamento di questa malattia”.
“L’obesità- afferma Luca Busetto, presidente della Società Italiana dell’Obesità, Università di Padova– porta a una maggiore probabilità di sviluppare malattie all’apparato cardiovascolare, digerente, respiratorio e alle articolazioni. Risulta che causi il 44 per cento dei casi di diabete tipo 2, il 23 per cento dei casi di cardiopatia ischemica e fino al 41 per cento di alcuni tumori e sono circa 57mila le morti annuali in Italia per questa malattia”.
“Eppure- prosegue- nonostante questi dati allarmanti, non è ancora stato definito un percorso di assistenza e di cura da parte del nostro sistema sanitario, non è inserita all’interno dei Lea, nel sistema nazionale delle linee guida e nelle reti regionali di assistenza”.