Militari del Comando Provinciale di Lodi stanno eseguendo un’ordinanza che applica misure personali e reali nei confronti di un professionista, delegato dal Tribunale di Lodi quale custode giudiziario nell’ambito di una rilevante procedura esecutiva, e di due imprenditori, fratelli, titolari di un’agenzia immobiliare.
Le indagini, svolte dal Gruppo di Lodi, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, hanno consentito di far emergere una gestione illecita e corruttiva delle vendite dei beni immobili sottoposti a procedura esecutiva immobiliare da parte del Tribunale di Lodi. In particolare, l’attività investigativa ha fatto emergere l’intervenuta turbativa d’asta, relativa ad un compendio immobiliare di oltre 60 lotti in Tavazzano con Villavesco (LO) del valore di oltre 3 milioni di euro, da parte di due fratelli indagati che non hanno avuto remore a corrompere il custode giudiziario nominato dal giudice dell’esecuzione, unico soggetto legittimato a gestire gli immobili esecutati e a curare tutte le procedure di vendita.
L’assoluta e sistematica violazione delle regole procedurali da parte degli indagati è avvenuta con la complicità del custode giudiziario che, abiurando ai suoi doveri e alla sua funzione, ha lasciato che il compendio immobiliare fosse liberamente ed autonomamente gestito dai due fratelli, legali rappresentanti della società immobiliare, che aveva costruito il complesso poi divenuto oggetto di esecuzione immobiliare.
Il custode giudiziale ha stretto con gli imprenditori esecutati un accordo corruttivo finalizzato a preordinare l’esito delle procedure di gara in favore dei soggetti procacciati dalla citata società immobiliare; infatti, gli indagati, nell’ambito dell’attività di intermediazione da loro regolarmente svolta, al fine di ottenere il maggior lucro possibile, non si sono limitati a pubblicizzare le vendite all’asta fissate dal Tribunale di Lodi, ma si sono proposti quali interlocutori privilegiati verso gli interessati acquirenti, sostituendosi, di fatto al custode giudiziario nominato dal giudice.
Alla luce delle evidenze probatorie emerse il Giudice per le indagini preliminari di Lodi, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto per il professionista M.F. (classe 1973) l’interdizione dalla professione legale e ogni attività inerente mentre l’obbligo di dimora nei confronti dei due fratelli indagati A.D. (classe 1975) e G.D. (classe 1979) nonché il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, nei confronti del patrimonio di tutti gli indagati fino alla concorrenza della somma di 105 mila euro, totale delle somme erogate dai corruttori al corrotto.