Operazione Carthago: lo spaccio anche a pochi passi da scuole e piazze di Trento e Bolzano. Indagati settantatré narcotrafficanti, fra i quali esponenti della camorra e della “quarta mafia foggiana”. Quindici gli arresti eseguiti dalle Fiamme Gialle in varie località d’Italia e all’estero. Sequestrati oltre 1 tonnellata di hashish e 2 kg di cocaina, per un valore sul mercato illecito di oltre 70 milioni di euro.
Dalle prime luci dell’alba di ieri, militari e unità cinofile antidroga delle Fiamme Gialle trentine stanno effettuando arresti e perquisizioni nei confronti dei componenti di due associazioni criminali di narcotrafficanti, radicate sia a nord che nel sud Italia e con ampie ramificazioni all’estero.
Si tratta dell’operazione internazionale antidroga denominata “CARTHAGO”, che si è appena conclusa con l’esecuzione, da parte di circa cinquanta finanzieri con l’ausilio di 12 cani antidroga, di sette misure di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Trento nei confronti di altrettanti indagati, nonché di 15 perquisizioni domiciliari. Ai tre indagati catturati in queste ore, dimoranti in Italia tra Lombardia, Campania e Puglia ed altri tre dimoranti all’estero in Olanda e Spagna, si sommano ulteriori dodici indagati arrestati in flagranza di reato, per un totale di quindici narcotrafficanti finiti in manette nel corso delle indagini.
Quattro, invece, i soggetti destinatari di o.c.c. ancora ricercati tra Italia, OIanda, Spagna ed in ambito internazionale Le investigazioni, avviate a marzo 2016 con un sequestro di stupefacenti nei confronti di un gruppo di pusher maghrebini radicato in Trentino Alto Adige, sono state dirette dalla locale Procura Distrettuale – D.D.A. e condotte dalle unità speciali antidroga del G.I.C.O. (Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) in forza al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trento.
Per sgominare la vasta rete di narcotraffico, che si estendeva dal Marocco, passando per la Spagna, la Svizzera e l’Olanda fino ad arrivare in Italia, fondamentale si è rivelata l’attività investigativa transnazionale operata dai finanzieri trentini con la preziosa collaborazione dello S.C.I.C.O. (Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza di Roma, attraverso il ricorso a procedure di cooperazione internazionale attuate tramite il II Reparto “Coordinamento informativo e relazioni internazionali” del Comando Generale del Corpo e la D.C.S.A. (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga) del Ministero dell’Interno. Sono stati così individuati due sodalizi criminali composti, prevalentemente, da soggetti di origine maghrebina ed italiana, stabilmente radicati in Trentino-Alto Adige, Lombardia, Basilicata, Campania e Puglia, che si ripartivano i locali mercati dello spaccio.
In particolare il primo sodalizio, localizzato in nord Italia e composto prevalentemente da maghrebini, approvvigionandosi in Spagna e Svizzera di hashish e cocaina, riforniva con cadenza periodica i “mercati” delle province di Trento e Bolzano, ove lo stupefacente veniva venduto al dettaglio alla “clientela” attraverso la capillare distribuzione attuata dai pusher, perlopiù tunisini e marocchini, presso i parchi cittadini dei centri storici, in prossimità di istituti scolastici nonché, in periodi di alta stagione, anche in alcune località turistiche di alta montagna. Stessi “mercati” di destinazione e medesima capillare distribuzione della droga anche da parte del secondo sodalizio, localizzato in Basilicata e Puglia, composto da esponenti della malavita di Cerignola (FG) appartenente alla c.d. “quarta mafia foggiana”, in accordo con esponenti di un clan camorristico di Torre Annunziata (NA), che importava ingenti quantità di hashish e cocaina direttamente dai luoghi di produzione in Marocco e Spagna, per poi destinarli alla distribuzione sul territorio nazionale, compresa la provincia di Trento, “mercato” quest’ultimo di cui si prendeva cura personalmente uno dei principali esponenti dell’organizzazione criminale. In esecuzione delle misure di custodia cautelare in carcere, sono stati catturati, in Italia, tre cittadini marocchini, dimoranti a Santeramo in Colle (BA) e Boltiere (BG) ed un cittadino italiano dimorante a Torre Annunziata (NA); un ulteriore cittadino marocchino dimorante a Bariano (BG) è attualmente ricercato.
A seguito di apposito Mandato di Arresto Europeo, sono attualmente ricercati all’estero due cittadini marocchini, dimoranti in Spagna ed in Olanda, attraverso la cooperazione internazionale fornita agli investigatori trentini dal Cuerpo Nacional de Policía, in territorio iberico e, nei Paesi Bassi, dal Korps Landelijke Politiediensten. Un ulteriore soggetto marocchino è tuttora oggetto di ricerca, estesa in campo internazionale. Tra gli odierni arrestati, particolare rilievo riveste la cattura di un quarantenne affiliato ad un clan camorristico di Torre Annunziata (NA), responsabile dell’importazione, in collaborazione con un importante narcotrafficante marocchino, di svariate tonnellate di hashish. Il bilancio complessivo dell’operazione ha portato all’individuazione e alla denuncia di 73 narcotrafficanti, 15 dei quali tratti in arresto e quattro attualmente ricercati, nonché al sequestro di oltre 1 tonnellata di hashish, 2 kg. di cocaina, 5 automezzi utilizzati per il trasporto della droga e 20.000,00 euro in contanti.
Lo stupefacente sequestrato, una volta venduto al dettaglio, avrebbe garantito alle due associazioni di narcotrafficanti introiti per oltre 70 milioni di euro. L’operazione, che ha inflitto un duro colpo ai canali di rifornimento dello stupefacente del Trentino Alto Adige, conferma, ancora una volta, il ruolo primario della Guardia di Finanza quale Polizia Economico-Finanziaria proiettata al contrasto internazionale dei più gravi fenomeni criminosi al fine di garantire la sicurezza del Paese.