I Carabinieri del R.O.S. e del Comando per la Tutela Agroalimentare su richiesta della Procura Distrettuale di Bari e con il supporto in fase esecutiva dei comandi provinciali carabinieri territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari a carico di 48 soggetti indagati a vario titolo per associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi/esplosivi, truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche (anche con riferimento a quelle ue) ed altri delitti, tutti aggravati ex art. 416 bis.1 c.p, per aver agevolato le attività di una organizzazione mafiosa. A essere interessate dall’operazione sono state le province di Avellino, Bari, Brescia, Brindisi, Chieti, Foggia, Forlì Cesena, Imperia, Lecce, Napoli, Rimini, Salerno e Teramo.
“Ancora conferme sul business milionario rinveniente dai Fondi Europei per l’Agricoltura in mano alle famiglie mafiose. Questa operazione della Procura Distrettuale Antimafia di Bari, dei Carabinieri del ROS e del Comando Tutela Agroalimentare ha dimostrato ancora una volta l’importanza del tema” – lo afferma Giuseppe Antoci ex Presidente del Parco dei Nebrodi e Presidente Onorario della Fondazione Nazionale Caponnetto, scampato a un attentato mafioso nel maggio 2016 proprio a causa del suo impegno sul fronte dei Fondi Europei in mano alle mafie, commentando l’operazione odierna.
“Da anni mafiosi, incassavano milioni di euro di Fondi Europei per l’agricoltura senza colpo ferire – continua Antoci – e mentre gli agricoltori venivano intimiditi, mentre magistrati e uomini dello Stato cadevano sotto i colpi di cosa nostra, mentre si piangevano i morti delle stragi, mentre accadeva tutto questo, loro incassavano fondi pubblici con rendimenti che superavano anche il 2000%, neanche il mercato delle droga” – continua Antoci.
“Eravamo convinti che la problematica fosse nazionale ed anche questa operazione lo dimostra. Abbiamo, infatti, fatto di tutto per far diventare legge il Protocollo di Legalità sottoscritto nel 2015 in Sicilia, cosa avvenuta a settembre 2017 e oggi, dunque, Legge dello Stato. Con l’applicazione del Protocollo di Legalità inserito nel Nuovo Codice Antimafia, questo affare milionario delle mafie può essere smantellato e le risorse comunitarie dedicate solo ad agricoltori e allevatori per bene e non più ai mafiosi” – ancora Antoci.
“Il mio grazie alla Procura Distrettuale di Bari, ai Carabinieri del ROS e del Comando Tutela Agroalimentare, grazie a loro oggi, ancora una volta, si è affermata la forza dello Stato – conclude Antoci.”