I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Prato hanno concluso un’articolata indagine sulla concessione di permessi di soggiorno a beneficio di soggetti extracomunitari, dietro pagamento di denaro a soggetti compiacenti.
In particolare, l’attività investigativa dei finanzieri del Gruppo di Prato ha permesso di individuare una ditta che ha avuto alle proprie dipendenze, nel tempo, ben 124 soggetti assunti “fittiziamente” in prossimità della scadenza del permesso di soggiorno. Gli approfondimenti investigativi effettuati hanno consentito altresì di accertare il coinvolgimento di quattro professionisti, implicati a vario titolo nelle finte assunzioni di lavoratori, finalizzate esclusivamente all’ottenimento di permessi di soggiorno.
Successivamente, attraverso ulteriori articolate attività d’indagine, le Fiamme Gialle hanno disvelato ulteriori scenari investigativi, aventi sempre, come denominatore comune, quello del favoreggiamento e/o dello sfruttamento dell’immigrazione clandestina.
Il primo, relativo alle “assunzioni fittizie” di lavoratori extracomunitari.
Il secondo, invece, riguarda l’organizzazione di “matrimoni di comodo”, che ha fatto emergere un gruppo di soggetti in grado di organizzare matrimoni tra italiani “compiacenti” e donne di nazionalità straniera, al solo scopo di permettere a queste ultime, dietro pagamento di una “tariffa prestabilita” (5.000 euro a matrimonio), di richiedere il rilascio di un permesso di soggiorno.
Infine, il terzo filone individuato dai finanzieri è relativo alla presentazione delle domande di “sanatoria”, attraverso la procedura introdotta con il D.L. 19 maggio 2020 nr. 34 (c.d. sanatoria colf/badanti), per la regolarizzazione di lavoratori stranieri impegnati come braccianti agricoli e/o come colf che, all’entrata in vigore di tale provvedimento, si trovavano senza titolo sul territorio nazionale.
Nel corso delle indagini è altresì emerso, in capo al promotore delle assunzioni fittizie, in concorso con altri nove soggetti, il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, perpetrato attraverso il meccanismo delle imprese cd. “apri e chiudi”, con il quale le imprese susseguitesi nel tempo avevano accumulato (e mai versato) debiti nei confronti dell’erario pari a circa un milione di euro.
Complessivamente le indagini dei finanzieri, coordinate dalla Procura di Prato, hanno portato al rinvio a giudizio di 97 soggetti, a vario titolo coinvolti nei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.