L’OMCeO Catania condivide le istanze promosse dall’AIDM Catania sulle proteste in Iran: «Solidarietà alle donne iraniane che si oppongono alla violenza e lottano per i loro diritti»…
CATANIA – I fatti che si stanno verificando in questi giorni in Iran non possono essere ignorati, l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania, condividendo la campagna promossa dall’AIDM Catania (Associazione italiana donne medico), esprime piena solidarietà alle donne iraniane, sostenendo la loro lotta per la libertà. La morte della studentessa 22enne, Mahsa Amini, dopo essere stata arrestata dalla polizia morale di Teheran perché non portava il velo in modo corretto, è solo l’ultimo avvenimento che deve scuotere le coscienze.
«È arrivato il tempo di condannare con sdegno la violenza esercitata dallo Stato iraniano. Il nostro Ordine – commenta il presidente delle Commissioni pari opportunità e violenza sulle donne e sui minori dell’OMCeO Catania Elisabetta Battaglia – si schiera dalla parte delle donne iraniane e di tutte le persone che lottano per vedere riaffermare i propri diritti. Le proteste in corso, che vanno avanti da settimane, hanno l’obiettivo di puntare la lente di ingrandimento su un problema serio: le donne iraniane devono sottostare a veri e propri divieti, caratterizzati da repressione e terrore, che nulla hanno a che vedere con il concetto di “specificità culturale” con cui si cerca di truccarli agli occhi del mondo intero. Le proteste in corso sono giustificate e sono rivolte verso un sistema macchiato da ingiustizie quotidiane».
«L’OMCeO – continua il presidente Igo La Mantia – condanna con determinazione ogni forma di violenza, ritenendo opportuno l’intervento delle Istituzioni Internazionali, a cui si chiede con urgenza un’azione decisa a difesa dei diritti umani. L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania convinto che libertà e sicurezza siano sinonimi di salute, è solidale con tutte le donne iraniane soggette a queste spietate violenze, e con tutti gli uomini iraniani che sostengono le loro battaglie».